Naufragio Cutro, in Pakistan la famiglia piange Shahida Raza

Agenzia askanews INTERNO

Naufragio Cutro, in Pakistan la famiglia piange Shahida Raza Star dell'hockey in patria, partita per salvare il figlio Roma, 3 mar. – In patria era una campionessa di hockey, è scomparsa al largo di Crotone. A Quetta in Pakistan la famiglia piange Shahida Raza, sarebbe una delle vittime del naufragio di Cutro. Aveva giocato nella nazionale femminile pachistana dal 2012 al 2013. Poi sposata e divorziata, l’anno scorso aveva lasciato Quetta e la sua famiglia d’origine per spostarsi in Turchia, alla ricerca di denaro e speranza di una cura per il figlio di tre anni, che ha un problema cerebrale. (Agenzia askanews)

Ne parlano anche altre fonti

Rintracciata dalla Bbc, parla la sorella della morta davanti alla spiaggia: «Mia sorella è partita perché voleva trovare le terapie migliori per curare suo figlio piccolo, disabile dopo essere stato colpito da un ictus quando aveva 40 giorni». (Corriere della Sera)

N ella strage di migranti di fronte alle coste calabresi è morta anche Shaida Raza: 27 anni, era calciatrice e giocatrice di hockey su prato (Donna Moderna)

Il naufragio di Crotone Il tuo browser non può visualizzare questo video (alfemminile.com)

Saadia Raza, che vive a Quetta, la città del sudovest del Pakistan da dove era partita anche Shahida, ha detto di aver ricevuto dalla sorella una telefonata quando ormai il viaggio stava per concludersi. (La Stampa)

"Chi era Shahida Raza" Chintu, come veniva chiamata, era capitano della Nazionale pakistana di hockey. Di minoranza Hazara - da sempre perseguitata - aveva deciso di lasciare il Paese per l'Europa, la famiglia ha raccontato che nella sua decisione ha contato il recente divorzio dal marito. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Aveva affrontato il viaggio in barcone dalla Turchia nella speranza di raggiungere l’Italia e qui far arrivare il figlio di tre anni bisognoso di cure mediche. Saadia Raza, che vive a Quetta, la città del sudovest del Pakistan da dove era partita anche Shahida, ha detto di aver ricevuto dalla sorella una telefonata quando ormai il viaggio stava per concludersi. (Il Dispaccio)