L'uscita di Caltagirone alza lo scontro sul futuro di Generali

Avvenire ECONOMIA

Francesco Gaetano Caltagirone (a sinistra) e Philippe Donnet alla fine dell'assemblea di Generali del 2017 - Reuters. COMMENTA E CONDIVIDI. . . . . . . Con le dimissioni di Francesco Gaetano Caltagirone si alza il livello dello scontro sul futuro di Assicurazioni Generali, la più grande compagnia assicurativa italiana.

Gabriele Galateri di Genola, che di Generali è il presidente, ha respinto le accuse: «Esprimo vivo rammarico e sorpresa per la decisione assunta dal cav. (Avvenire)

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Il perché lo ha spiegato nelle tre pagine della lettera che ha inviato alla società alle ore 21 di giovedì 13 gennaio. Con le dimissioni dal consiglio, dai comitati e dalla vicepresidenza, dunque, Caltagirone intende risolvere una situazione di carico di «responsabilità senza informazioni». (ilGiornale.it)

Generali, Gaetano Caltagirone esce dal Cda: una strategia per il futuro? Francesco Gaetano Caltagirone lascia la vice presidenza e il board del Gruppo Generali, la più grande società italiana di assicurazioni con un fatturato di oltre 92 miliardi di euro. (Virgilio Notizie)

In attesa di conoscere qual è il piano industriale alternativo del patto che riunisce insieme Caltagirone, Leonardo Del Vecchio (6,6%) e la Fondazione Crt (1,6%), gli investitori storcono il naso perché le battaglie tra gli azionisti di solito danneggiano le aziende (La Repubblica)

I destini di Generali, la società finanziaria più internazionale e più strategica che abbiamo in Italia, rischiano di essere decisi in una rissa da cortile, ancorché di alto livello. Perché ci sta che Caltagirone abbia deciso di dimettersi dal cda della società dove ha messo 2,4 miliardi senza poter contare nulla (ilGiornale.it)

E nello stesso tempo, la bella addormentata da scuotere, la compagnia assicurativa che ha sprecato troppe occasioni per dare la zampata al mercato europeo, prendendosi il posto che potrebbe avere (più importante di quello che ha), insomma, una macchina da guerra potenziale, che però non marcia a pieni giri (La Repubblica)

Il consiglio, secondo Caltagirone, gli avrebbe impedito di «dare il proprio contributo critico» e assicurare «un controllo adeguato». Nessuno esclude che Bardin – l’ad di Delfin “occhi” e “orecchie” di Del Vecchio dentro le Generali – possa prossimamente seguire l’esempio di Caltagirone ed uscire dal cda (La Stampa)