IL VIDEO. Biennale, chiuso padiglione Israele "in attesa di cessate il fuoco"

Venezia, 17 apr. Chiuso fino a nuovo ordine, in attesa di cessate il fuoco. Il padiglione di Israele alla sessantesima Biennale d'Arte di Venezia non ha aperto i battenti; i visitatori invece possono leggere un cartello esposto sulla porta d'ingresso che avverte della chiusura "sino a che non sarà pattuito un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi" nelle mani di Hamas. La decisione è stata presa dall'artista, Ruth Patir, e dai curatori del padiglione Tamar Margalit e Mira Lapidot, anche in seguito alle molte pressioni ricevute e alle minacce di boicottaggio in protesta contro l'offensiva israeliana a Gaza (il Dolomiti)

Ne parlano anche altri giornali

Venezia. Fuori dalla porta, il brusio del pubblico arrivato ai Giardini per il primo vero giorno di preapertura della sessantesima Biennale d’Arte di Venezia. (la Repubblica)

«Qui non si boicotta nessuno», dice Pietrangelo Buttafuoco all’apertura ufficiale della 60esima Mostra Internazionale d’Arte di Venezia, un discorso dai toni alti cui non eravamo abituati. Eppure, a poca distanza, un gruppo di manifestanti, saranno state un centinaio di persone, hanno inscenato una manifestazione di fronte al Padiglione d’Israele al momento ancora chiuso, raggiungendo gli spazi di Stati Uniti e Germania. (Liberoquotidiano.it)

La Russia non espone alla 60/a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, come già alla Mostra precedente, inaugurata due mesi dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina. (Adnkronos)

Del resto il nuovo presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ieri lo ha detto chiaramente: «Il padiglione di Israele che decide di non aprire, nell'assoluto della verità capovolge l'atto estremo dell'artista nel mettersi in opera al servizio della verità: il cessate il fuoco. (ilGiornale.it)

VENEZIA. A innescare l'incendio, la decisione che sulla carta avrebbe dovuto spegnere ogni polemica, vale a dire quella presa dagli artisti israeliani di … (La Stampa)

Così come quella, altrettanto sociale, dell’augurio e del saluto, che comprende ora, dopo l’inizio dei bombardamenti russi nel febbraio del 2022, “passa una notte tranquilla”. La pratica, tradizionale del ricamo e della tessitura collettiva, che era stata abbandonata con l’urbanizzazione, è tornata al centro della vita di molte persone. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)