Vent’anni fa ci lasciava Vittorio Gassman, il guascone fragile

Il mattatore. Allora, a inizio Anni 60, Gassman aveva fatto parecchio di più di una gigionata criticabile.

Per il regista « Riso amaro è un film terribile, anche per colpa di Gassman.

Fra loro non c’era il solito rapporto fra attore e regista dove il primo pensa e l’altro esegue, ma un sodalizio fra due intellettuali, due persone colte, curiose, inquiete.

Risultando persino antipatico a tratti, perché troppo in tutto, troppo bello, troppo bravo, troppo vincente nella vita, sul palco, sul set. (Corriere della Sera)

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Un’Italia che in questi ultimi vent’anni si è ulteriormente allontanata dall’idea del sorpasso, e si è fatta più vecchia e più triste. Tre foto, tre stati d’animo che restituiscono il percorso – di vita e di spettacolo – di Vittorio Gassman, forse il più grande attore italiano della seconda metà del Novecento, morto giusto vent’anni fa. (Il Fatto Quotidiano)

Tanti amori nella vita di Vittorio Gassman, indimenticato attore italiano: una delle relazioni più importanti è stata quella con Juliette Mayniel, dalla quale è nato Alessandro. Alessandro Gassman come il padre Vittorio. (MeteoWeek)

Recita con sensibilità e tensione interiore; la sua faccia, nonostante i lineamenti classici, è infinitamente mobile ed espressiva”. (CatanzaroInforma)

Vittorio Gassman lascia dunque Hollywood per tornare in Italia. Per tutto il mondo del cinema, e per le donne che lo hanno amato, Vittorio Gassman – scomparso a Roma il 29 giugno del 2000 – è sempre stato “il Mattatore“. (Io Donna)

Erano i tempi gloriosi dei prestigiosi Premi Nazionali, voluti e organizzati da Pino Lombardi, Gianpiero Nisticò, Francesco Squillace. Gassman mantenne rapporti con Chiaravalle; e si ricorda con piacere uno spettacolo della figlia Paola, nel cartellone di Tempo Nuovo di Franco Candiloro. (Soverato Web)