Vaccini, gli Stati Uniti rinviano la decisione su Johnson&Johnson: servono altri dati

Open ECONOMIA

Il rinvio della decisione rischia di causare un rallenamento della campagna vaccinale sia per gli Stati Uniti che per l’Unione Europea

Per ora il farmaco sarà sospeso per altri 7 o 10 giorni, in attesa di una presa di posizione ufficiale. Prima di decidere sulla sospensione del vaccino servono nuovi dati.

Come successo per AstraZeneca, anche per questo farmaco si teme che ci sia un collegamento con i casi di trombosi (Open)

La notizia riportata su altri media

E’ chiaro che auspichiamo che Ema, (Agenzia europea del farmaco ndr) si pronunci presto e che le dosi di J&J vengano sbloccate il prima possibile", prosegue Sileri. Questi dati in prospettiva tenderanno a migliorare - aggiunge - ecco perchè possiamo programmare riaperture dai primi di maggio (Giornale di Sicilia)

È stata rinviata negli Stati Uniti la decisione sul vaccino anti-Covid realizzato da Johnson & Johnson. Sempre martedì infatti l’azienda farmaceutica ha detto che ritarderà la distribuzione del suo vaccino in Europa dopo la sospensione temporanea decisa dalle autorità degli Stati Uniti. (Fanpage.it)

"Continuiamo a credere nel profilo beneficio-rischio positivo del nostro vaccino. Tutti e sei i casi di trombosi cerebrale riguardano donne di età compresa tra i 18 e i 48 anni e sono insorti tra i 6 e i 13 giorni dalla somministrazione. (la Repubblica)

Fatto sta che le prenotazioni per i vaccini AstraZeneca sono precipitate in tutta Italia, con punte dell’80% in Sicilia. I vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson incidono per oltre un terzo delle dosi totali che dovrebbero arrivarci entro l’anno (InvestireOggi.it)

Un addio ai composti a vettore virale come AstraZeneca e Johnson&Johnson? Gli esperti si riuniranno nel giro di 7-10 giorni, secondo i media Usa. (In Terris)

Per questo serve una triplice alleanza fra medico di base, paziente e medico ospedaliero» Stiamo parlando di sei casi su sette milioni di persone e non abbiamo la certezza che siano stati causati dai vaccini». (Corriere della Sera)