Educare i figli all'indipendenza intellettuale. L'importanza delle parole di Roberto Salis (di A. Boralevi)

L'HuffPost INTERNO

Delle ormai molte interviste del padre di Ilaria Salis, mi ha colpito più di tutto una frase. L’ingegnere Roberto Salis si è trovato a dover difendere pubblicamente i diritti di essere umano di sua figlia, incarcerata per quasi un anno in attesa di giudizio, nella Ungheria di Orbán. A cui l’Europa potrebbe sospendere i finanziamenti, proprio perché non rispetta i diritti umani noni. Ha detto quello che chiunque avrebbe detto, nelle medesime condizioni, l’ingegnere Salis? Non so. (L'HuffPost)

La notizia riportata su altri media

L'Ungheria ne chiede l'estradizione, ma la Corte d’Appello di Milano si oppone alla consegna. (Fanpage.it)

Le foto della sua entrata in un'aula di tribunale a Budapest incatenata mani e piedi hanno scioccato i più, anche chi non le ha viste, facendo partire subito un'ondata anti-Orbán con chi chiede la liberazione, chi il rientro in patria, chi i domiciliari e chi ha fiducia nella giustizia ungherese che purtroppo e come si sa è indipendente dai voleri del governo, proprio come la nostra. (L'HuffPost)

Allo stesso modo ha fatto bene il vicepremier Matteo Salvini ad annotare che, se la Salis fosse dichiarata colpevole dalla magistratura ungherese, sarebbe "incompatibile con l'insegnamento" . (ilGiornale.it)

Ilaria Salis, nel 2017, insieme ad altre persone sarebbe stata protagonista di un azione anti-Salvini a Monza assaltando un gazebo della Lega. Lo si apprende in una nota diffusa proprio dal Carroccio: «Le immagini di Ilaria Salis incatenata in Ungheria sono scioccanti: il suo caso offre la possibilità di riflettere sull'atteggiamento di un Paese membro dell'Ue, ma non solo. (Corriere Milano)

"Ci sono situazioni in cui tacere è una colpa, mentre parlare è un obbligo morale e una responsabilità civile. La giustizia, in qualsiasi paese, prevede che si debbano pagare eventuali reati, e proprio a questo dovrebbe servire un processo: appurare se il reato sussiste, e di quale entità. (la Repubblica)

Ilaria Salis, insegnante di Milano, deve rispondere di lesioni aggravate nei confronti di due neonazisti. La militante antifascista, rinchiusa in carcere in Ungheria, avrebbe partecipato agli scontri dell’11 febbraio 2023 durante le manifestazioni per il ‘Giorno dell’onore’, data in cui i gruppi di estrema destra europei celebrano la resistenza delle SS all’avanzata dell’Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale. (LAPRESSE)