Shrinkflation, l'Antitrust accende un faro sulle marche che riducono il contenuto e non il prezzo

La Stampa ECONOMIA

Shrinkflation, l’Antitrust accende un faro sulle marche che riducono il contenuto e non il prezzo. La pratica non è scorretta, ma il Garante vuole essere certo che i consumatori siano correttamente informati e che non ci «pratiche commerciali scorrette». Giuliano Balestreri

(La Stampa)

La notizia riportata su altri media

LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI. Il Codacons ricorda di aver presentato nelle settimane scorse un esposto all’Antitrust e a 104 Procure della Repubblica denunciando la pratica (Libertà)

Lo ha anticipato il direttore generale per la tutela del consumatore,, in un'audizione alla Commissione d'inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti.E così la tecnica di marketing più in uso di recente che riduce le quantità degli alimenti per mantenere prezzi invariati,che stanno osservando un fenomeno messo più volte in rilievo dalla stampa e denunciato da un'associazione dei consumatori. (Borsa Italiana)

In questo modo, nonostante un aumento del prezzo unitario, i consumatori si ritrovano a spendere sempre la stessa cifra per una confezione. L’efficacia della tecnica sta nella tendenza del consumatore a essere più propenso a prestare attenzione alla quantità di denaro spesa che alla precisa quantità di prodotto acquistata. (Wired Italia)

Riguarda soprattutto prodotti comuni, un pacco di biscotti, la confezione di un detersivo, una tavoletta di cioccolato e quant’altro. Anche qui ricade infatti la questione della trasparenza: quanto sia consapevole il consumatore della quantità di prodotto minore che finisce nel suo carrello della spesa. (Valledaostaglocal.it)

Un fenomeno sul quale l'allarme era stato lanciato dall'Unione Nazionale Consumatori (UNC), che o scorso 8 aprile aveva presentato un esposto (Studio Cataldi)

Ed in questa direzione la diminuzione della quantità di prodotto senza un'adeguata avvertenza sull'etichetta frontale, potrebbe essere ritenuta illegittima e a danno dei consumatori. Lo ha anticipato il direttore generale per la tutela del consumatore, Giovanni Calabrò, in un'audizione alla Commissione d'inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti. (ilmessaggero.it)