Alberto Scagni condannato a 24 anni e 6 mesi per l'omicidio della sorella Alice: niente ergastolo, la sentenza

Virgilio Notizie INTERNO

La Corte d’Assise di appello di Genova ha confermato la condanna a 24 anni e mezzo per Alberto Scagni, l’uomo che il primo maggio 2022 uccise la sorella Alice sotto casa a Quinto, nella provincia del capoluogo ligure. Il sostituto procuratore generale Ezio Castaldi aveva chiesto l’ergastolo, ma i giudici hanno ribadito la pena emessa in primo grado accogliendo la dichiarazione di seminfermità per l’imputato. (Virgilio Notizie)

Su altri giornali

Felpa e giacca di jeans, è comparso per la prima volta in aula dopo essere uscito dal coma per il pestaggio subito in carcere a Sanremo e dopo il trasferimento per sicurezza nel carcere di Torino. Il collegio dei giudici della Corte d’assise e la giuria popolare hanno ribadito la sentenza stabilita in primo grado e quindi il riconoscimento della semi-infermità di mente. (Corriere della Sera)

Una decisione che scontenta i genitori di Alberto, nello stesso processo parti offese e parti civili: «Nostro figlio deve essere curato, invece lo mettono in carcere e poi quando sarà vecchio in una Rems (residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, ndr)», il commento della madre, Antonella Zarri, all'uscita dell'aula. (ilGiornale.it)

Scagni, lo scorso novembre, è stato vittima di una violenta aggressione nel carcere di Sanremo da parte di due altri detenuti. Per questi fatti la Procura di Imperia ha aperto un fascicolo per tentato omicidio contro gli aggressori. (Imperiapost.it)

Il delitto Riavvolgiamo il nastro e torniamo alle drammatiche ore dell'omicidio. (Today.it)

Il caso Scagni Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti, Alberto Scagni, noto per essere un soggetto difficile, ha ucciso la sorella Alice, maggiore a lui di 3 anni, nella giornata del 1 maggio 2022. (ilGiornale.it)

Il pm nella sua requisitoria aveva chiesto l’ergastolo per il 42enne. I giudici della corte d’Assise d’Appello hanno confermato quanto stabilito in primo grado, quando era stata riconosciuta la semi infermità dell’imputato. (Zoom24.it)