Lotto di burro di arachidi ritirato dal commercio: tutti i dettagli

1/10/2020

Il Ministero della Salute ha ritirato dal commercio un lotto di burro di arachidi e ne ha vietato il consumo.

Il Ministero della Salute ha ritirato dal mercato un lotto di burro di arachidi, contiene elevate quantità di tossine dannose per l'uomo: i dettagli.

Per quanto riguarda il burro di arachidi, il limite consentito è di 2 microgrammi per chilogrammo.

Lotto di burro di arachidi ritirato. Un intero lotto di burro di arachidi prodotto da Cleaspring, è stato ritirato dal mercato. (Notizie.it )

Ne parlano anche altri giornali

Ritirare il prodotto dal mercato e richiamarlo dal consumatore finale”, prosegue il Ministero che ha allegato al comunicato anche due foto della crema di arachidi. Nel comunicato apparso in data 8 gennaio 2020 sul sito del Ministero della Salute viene precisato che il burro di arachidi non va consumato. (Fanpage.it)

L’intossicazione può essere acuta o cronica, e in questo secondo caso oltre al cancro può causare immunosoppressione, mutazioni e malformazioni fetali, attaccando il DNA. La persistenza nei generi alimentari può essere molto tenace, infatti anche trattamenti impattanti come la pastorizzazione e la sterilizzazione riescono a neutralizzarle solo parzialmente. (CheDonna.it)

Si tratta di micotossine altamente tossiche e tra le sostanze più cancerogene esistenti. Per il lotto in questione, E193894, il ministero ha disposto di «non consumare, ritirare il prodotto dal mercato e richiamarlo dal consumatore finale». (Giornale di Sicilia)

Nel caso ne siete in possesso, fate molta attenzione a non consumarlo, potrebbe crearvi seri problemi di salute. Bisogna sempre tenere gli occhi aperti e fare molta attenzione quando si esce la mattina per fare la spesa. (Notizie Ora)

A produrre il burro di arachidi crunchy oggetto dell’allerta aflatossine è la Clearspring Ltd, con sede dello stabilimento all’indirizzo 19A Acton Park Estate, W3 7QE, United Kingdom. Il Ministero della Salute ha pubblicato sul suo sito la prima allerta alimentare del 2020. (GreenStyle)