Il magistrato e l'armadietto pieno di bottigliette di pipì: imbarazzo in Tribunale a Catania

La Sicilia INTERNO

È successo, come è prevedibile che sia, che lo strano caso del magistrato “imbottigliatore di pipì” fa presto il giro del palazzo.

È successo - è successo davvero - al tribunale di Catania.

È successo - è successo davvero - al tribunale di Catania

A Catania, sede di un progetto-pilota a livello nazionale, ne sono stati destinati 130 in tutto: 63 per il settore civile, di cui 10 alla quinta sezione. (La Sicilia)

Su altre fonti

Dalle indagini è poi emerso che erano piene di urina di un giudice civile che durante la pandemia di Covid, temendo per il rischio di “promiscuità” dei bagni del tribunale, ne ha fatto una sorta di improprio water privato ed esclusivo. (Zoom24.it)

Dalle indagini è poi emerso che erano piene di urina di un giudice civile che durante la pandemia di Covid, temendo per il rischio di 'promiscuità" dei bagni del tribunale, ne ha fatto una sorta di improprio water privato ed esclusivo. (CataniaToday)

Dentro un armadio c'erano decine di bottiglie da mezzo litro piene di un liquido di colore giallastro, dal contenuto incerto. La ricerca spasmodica di uffici, stanze e scrivanie in cui allocare i nuovi addetti ha creato una sorta di trasloco continuo. (Tp24)

La notizia, riportata stamane dal quotidiano La Sicilia, secondo quanto scrive l’Agi, “non è confermata, ma neppure smentita dal presidente del tribunale di Catania, Francesco Mannino. L’istruttoria va avanti, il giudice civile ammette e a sua volta apre un altro armadio, chiuso a chiave, in cui erano presenti altre bottiglie. (StrettoWeb)

La notizia, riportata dal quotidiano La Sicilia, non è confermata, ma neppure smentita dal presidente del tribunale di Catania, Francesco Mannino Nell'armadio di un giudice a Catania c'erano decine di bottigliette piene di urina. (L'HuffPost)

La notizia, riportata stamane dal quotidiano La Sicilia, non e' confermata, ma neppure smentita dal presidente del tribunale di Catania, Francesco Mannino. L'istruttoria va avanti, il giudice civile ammette e a sua volta apre un altro armadio, chiuso a chiave, con altre bottiglie. (La Stampa)