Coronavirus, morto Raoul Casadei, il re del liscio

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L'unico a essere stato risparmiato dal coronavirus è stato Mirko, il figlio al quale Raoul Casadei lasciò l'orchestra qualche anno fa. "

È morto Raoul Casadei, famosissimo musicista e compositore, re del liscio.

Il ricovero in ospedale, come spiegato dalla figlia, è avvenuto in via precauzionale su consiglio del medico, non per gravi sintomi.

Come spesso accade, il coronavirus nei suoi primi momenti non sempre si mostra in tutta la sua gravità e così è stato anche per il re del liscio. (ilGiornale.it)

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Anche il Biellese piange la scomparsa dell’artista romagnolo, di scena, fin dagli anni ’70, alla Peschiera di Valdengo. Per tutti è stato il Re del Liscio, indimenticabile compositore italiano e assoluto protagonista in tutta Italia della diffusione del ballo liscio. (newsbiella.it)

Molto amato anche all'estero, la sua "Romagna mia" è una delle canzoni italiane più conosciuta al mondo. 11 mesi fa su Facebook mandava a tutti un incoraggiamento con un video e questo messaggio: "Riavremo la nostra estate". (Video - La Stampa)

Negli Anni ’70 il boom, con successi rimasti nella memoria popolare: da ‘Romagna mia’ a ‘Ciao mare’, da ‘Simpatia’ a ‘La mazurka di periferia’ Il ‘re del liscio’ si è spento a 83 anni all’ospedale Bufalini di Cesena dopo aver combattuto per una decina di giorni contro il Covid. (LaPresse)

E' stato, per tutti, il 'Re del Liscio', Raoul Casadei. Inventore del 'liscio', e con il brano manifesto 'Romagna Mia', da oltre 4 milioni di copie vendute, raccolse l'eredità della zio e all'inizio degli anni '70 (Casadei era maestro elementare), raccolse l'eredità dello zio ed ebbe un successo incredibile (Primocanale)

Uno strappo violento in un anno davvero difficile, che ha portato via molti genitori ai loro figli e questo ha lasciato un segno indelebile nella famiglia Casadei Casadei morto per Coronavirus: la sua famiglia è positiva. (Gossip e Tv)

Se il liscio, insieme alla canzone napoletana, è stata la più autentica forma d'espressione popolare dell'Italia del dopoguerra, lo dobbiamo (anche) a lui. (Il Sole 24 ORE)