Johnson & Johnson, una sola dose: ecco perchè

Corriere dello Sport.it SALUTE

Il vaccino Johnson & Johnson sarebbe dovuto essere uno dei principali impulsi nel piano di vaccinazione europeo quando l'Ema ne ha approvato l'uso a metà marzo.

Il suo principale vantaggio è che per raggiungere la sua massima efficacia bastava una sola dose e non due come per AstraZeneca, Pfizer e Moderna.

Tuttavia, a tre mesi di distanza, il vaccino di Johnson & Johnson non ha raggiunto le previsioni ottimistiche, soprattutto a causa del mancato rispetto dei contratti concordati tra l'Unione Europea e l'azienda farmaceutica. (Corriere dello Sport.it)

La notizia riportata su altri media

Durante le prime fasi del ricovero, accanto all’elemento distintivo del calo delle piastrine, si è manifestata una sindrome neurologica trattata rapidamente e con successo dall’hub neuroradiologico del San Martino. (Genova24.it)

Una chiamata speciale per gli over 60 di Lanciano e zone limitrofe: domenica 20 giugno al Pala Masciangelo Open Day dedicato a loro con il vaccino Johnson & Johnson. E quella dell’Open Day con Johnson & Johnson è una opportunità da cogliere assolutamente, perché facilita l’accesso alla vaccinazione in tutti i sensi: non occorre prenotarsi e non c’è seconda dose che vincola a una data. (Vasto Web)

Lo comunica l'ospedale stesso specificando che l'uomo è stato vaccinato con Johnson & Johnson il 5 di giugno e la sintomatologia è quindi apparsa 11 giorni dopo il vaccino. Un ragazzo di 34 anni è stato ricoverato all'ospedale Policlinico San Martino di Genova con una probabile sindrome trombocitopenica trombotica. (La Pressa)

di Alessandro Bacci. L'Ospedale Policlinico San Martino ha reso noto che "l'indagine per la ricerca degli anticorpi anti PF4" su un uomo di 34 anni ricoverato oggi con sindrome trombotica "è risultata negativa e pertanto non esistono correlazioni tra il grave quadro clinico e la somministrazione del vaccino". (Telenord)

“Attualmente il paziente è cosciente e al completamento della fase diagnostica sarà trasferito presso la Terapia Intensiva Generale del Monoblocco". Intanto sarebbe stata dimessa ieri, martedì 15 giugno, la paziente di 34 anni che era stata ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva diretto dal professor Pelosi, sempre dell’ospedale San Martino di Genova (ilGiornale.it)

L’ospedale San Martino ha reso noto che un uomo di 34 anni si trova sotto stretta osservazione, per una “probabile sindrome trombocitopenica trombotica”. Avviata la terapia con anticoagulanti, verrà trasferito in terapia intensiva. (GenovaToday)