E’ morto Paolo Isotta, critico musicale del Corriere della Sera e del Fatto Quotidiano: aveva 70 anni

E’ morto questa mattina a Napoli Paolo Isotta, una delle più autorevoli voci della musicologia italiana.

“Tremavo – racconterà – quando gli vedevo in mano il Corriere della Sera, del quale ero critico musicale, nei giorni che portava un mio articolo

Era stato per tantissimi anni il critico musicale del Corriere della Sera.

Al Corriere della Sera Isotta arrivò nel 1980.

Fu nel 1974 che diventò critico musicale: la prima volta fu il Giornale di Indro Montanelli (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri giornali

Aveva diretto le collane Musica e Storia per Mondadori e La Musica per Rusconi. Nel 1974 l'assunzione come critico musicale al Giornale di Indro Montanelli e nel 1980 il passaggio al Corriere della Sera, dove continuerà la sua attività di critico fino al 2015. (La Repubblica)

Isotta aveva collaborato per 30 anni a il 'Corriere della Sera', dal 2015 scriveva per il 'Fatto Quotidiano' e da un anno anche per 'Libero'. Lo scrittore e critico musicale napoletano Paolo Isotta è morto nella giornata di oggi nella sua abitazione. (NapoliToday)

I nostri fratelli e i loro sentimenti in musica e poesia (Marsilio, 2017, finalista Premio Viareggio-Rèpaci 2017), La dotta lira. Figlio di un avvocato civilista, aveva studiato presso il liceo classico Umberto I di Napoli, per poi iscriversi alle facoltà di Giurisprudenza e di Lettere dell’Università Federico II. (Connessi all'Opera)

I nostri fratelli e i loro sentimenti in musica e poesia (Marsilio, 2017, finalista Premio Viareggio-Rèpaci 2017), La dotta lira. nota: ringraziamo per la foto – a cui Paolo Isotta era particolarmente legato – la casa editrice Marsilio (Il Libraio)

“Isotta è senza alcun dubbio il capitolo più clamoroso della vita culturale di questa Italia”, ha scritto e ribadisce a voce all’HuffPost Pietrangelo Buttafuoco. Controverso e tranchant, Isotta divideva per le sue idee e prese di posizione e sono stati in molti a definirlo “anticonformista”, ma non Buttafuoco. (L'HuffPost)

A confermarne la notizia il suo manager Francesco Barbaro, al suo fianco sin dagli esordi. L’artista combatteva con un brutto male da tempo, ma la sua riservatezza e la sua energia non avevano mai permesso di far trasparire nulla all’esterno (LaPresse)