Creati i primi neuroni artificiali. Cureranno malattie croniche e degenerative

La Repubblica SALUTE

I neuroni artificiali potrebbero riparare i bio-circuiti malati replicando la loro funzione sana e rispondendo adeguatamente al feedback biologico per ripristinare la funzione corporea.

I ricercatori hanno modellato e derivato con successo equazioni per spiegare come i neuroni rispondono agli stimoli elettrici di altri nervi.

Questo rende i neuroni adatti agli impianti bioelettronici da trattare malattie croniche. (La Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

Nell’arco di pochi giorni, queste si sono diffuse ad altri neuroni, dove hanno iniziato a ripiegarsi in modo anomalo e ad accumularsi. (lescienze.it)

Tuttavia, finora lo sviluppo dei neuroni artificiali è stata una sfida a dir poco immensa a causa delle risposte neuronali difficili da prevedere. Per la prima volta siamo riusciti a sviluppare neuroni artificiali in grado di simulare con precisione le proprietà elettriche di quelli reali. (Wired.it)

Nel caso dei neuroni artificiali, i canali ionici consentono la trasmissione dei segnali nervosi proprio come accade in quelli naturali. L'importante passo avanti verso la possibilità di riparare circuiti nervosi e ripristinare funzioni perdute è descritto sulla rivista Nature Communications. (Ticinonline)

Chiara, come ti sei avvicinata al progetto ‘Neuroni alternativi’ e da dove nasce nello specifico l’interesse per la ricerca sui neuroni immaturi? La raccolta, lanciata su Facebook, servirà a finanziare il progetto 'Neuroni Alternativi', che cercherà una cura alle patologie del sistema nervoso. (il Digitale)

Tra l’altro, spiegano gli esperti, progettare neuroni artificiali che rispondano ai segnali elettrici del sistema nervoso come i neuroni reali è stato un obiettivo importante in medicina per decenni, poiché apre alla possibilità di curare tutte quelle condizioni in cui i neuroni non funzionano correttamente. (Sky Tg24 )

Candido Romano,. Sono stati creati i primi neuroni artificiali in silicio e potrebbero diventare un’arma importante in futuro per combattere le malattie causate dalla degenerazione delle cellule nervose, come ad esempio l’Alzheimer, ma anche per cercare di ripristinare le funzioni compromesse da patologie del cuore, come ad esempio l’insufficienza cardiaca. (Webnews)