Addii in Rai, dopo Sciarelli anche Ranucci smentisce: «Qua sono a casa». Usigrai sul piede di guerra: «Azienda ostaggio dei partiti»

I diretti interessati hanno smentito, e dopo l’addio di Amadeus alla Rai l’intenzione dei vertici di viale Mazzini – e del governo – sembrerebbe quella di evitare altri volti noti in uscita. Ma a leggere e ascoltare bene come gli ultimi due giornalisti dati con un piede sull’uscio abbiano chiarito la propria posizione, qualche dubbio rimane. La prima è stata Federica Sciarelli, volto noto e amato di Chi l’ha visto?, che dopo le indiscrezioni de La Stampa è stata contattata da la Repubblica. (Open)

La notizia riportata su altre testate

Due professionisti che per Usigrai sarebbero una perdita ancor più dolorosa perché, spiega il sindacato in una nota, "si tratta di giornalisti interni da sempre impegnati nella ricerca della verità attraverso inchieste che hanno fatto la storia dell'azienda. (la Repubblica)

Lasciamoci così, senza rancore. Tra Amadeus e la Rai è arrivato il giorno dei saluti ufficiali. Con dispiacere, ovviamente, da parte della Rai ma decisamente senza i toni apocalittici che i politici di sinistra continuano a tenere da giorni, profetizzando l’avvenire più cupo per la tv di Stato che continuano a chiamare TeleMeloni. (Liberoquotidiano.it)

Agostino Saccà, monumento della Rai dove ha ricoperto quasi tutti gli incarichi dirigenziali dal 1976 al 2007, uomo di prodotto ma anche di numeri, ha lanciato Amadeus per la prima volta nel preserale con In bocca al lupo nel 2000. (Liberoquotidiano.it)

Amadeus a Nove. Come quando Berlusconi strappò Mike alla Rai Amadeus, 61 anni - Crediti LaPresse (Today.it)

“Impossibile contrastare una scelta di vita”. Così l’ad Rai, Roberto Sergio, parla su Facebook dell’addio di Amadeus alla Rai, rispondendo ad alcuni commenti sotto a un suo post, in cui saluta il conduttore uscente con un “buona vita Ama e arrivederci!” scritto accanto a una foto che li ritrae insieme abbracciati. (Adnkronos)

Immaginate un signore italiano sui cinquant’anni, completo blu e cravatta in tono sempre ben stretta al collo, eloquio da bocconiano - pratico e non troppo forbito - temprato dall’esperienza da top manager in diversi gruppi editoriali, fra Francia e Italia, abituato a ragionare su numeri, dati e, soprattutto, soldi. (Famiglia Cristiana)