Civil War: la recensione del film utopico-giornalistico di Alex Garland

L’anno esatto è imprecisato: potrebbe essere qualche decina di mesi in un futuro alternativo, oppure potrebbe essere anche adesso. Il presidente, un tipo integerrimo interpretato da Nick Offerman, non è mai chiamato per nome, il suo partito e le sue affiliazioni politiche non sono chiare (anche se la sua retorica in un discorso alla nazione suona inquietantemente autoritaria). E non viene spiegata la natura precisa del conflitto interno che ha lacerato gli Stati Uniti e trasformato le principali città in zone di guerra aperta. (IlCineocchio.it)

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Anticipato da una campagna pubblicitaria serratissima, e accolto da una copertura mediatica che trascende lo specifico delle recensioni (relativamente positive) trovando spazio nelle pagine d’opinione e di politica, il nuovo film di Alex Garland sembra centrare lo zeitgeist. (il manifesto)