Il pentimento di «Sandokan», l?alta tensione ai confini Nato, Sinner a un passo dall?essere numero 2 al mondo

Corriere della Sera INTERNO

Buongiorno. «Decidendo di collaborare con la giustizia ha fatto la sua scelta: non è più il capo. Ma è bene averlo chiaro, non significa affatto che davvero rivelerà ciò che vogliamo sapere». Così Roberto Saviano (qui un suo intervento video) commenta il «pentimento» di Francesco Schiavone, detto «Sandokan», il boss dei Casalesi in carcere dal 1998 e, notizia confermata ieri, ora collaboratore di giustizia (alcuni suoi familiari, per segnalare la presa di distanza dalla decisione, hanno rifiutato il programma di protezione). (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre fonti

Quanto offrirà alla giustizia il suo pentimento, lo misureranno i giudici, domani. (la Repubblica)

Lo dice all’ANSA Gennaro Nuvoletta, fratello di Salvatore, il carabiniere ucciso nel 1982 a soli 20 anni dai Casalesi che volevano vendicarsi della morte di un loro esponente, Mario Schiavone, cugino di Sandokan, ucciso nel corso di un conflitto a fuoco con i carabinieri in un giorno peraltro in cui Salvatore Nuvoletta non era in servizio. (Internapoli)

Con questo espediente è stato giustificato il trasferimento del boss dei Casalesi Francesco Schiavone dal carcere di Parma dove era detenuto al 41bis a quello dell'Aquila, dove ha iniziato a collaborare. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Napoli — Gomorra, ultimo atto. «Lo faccio per la mia famiglia», dice l’uomo rivolgendosi ai magistrati. E aggiunge: «Sono stato un mafioso, non solo un camorrista». (La Repubblica)

Parla il magistrato “Sinceramente voglio godermi la notizia così com’è senza dietrologie. (L'Unità)

Ergastolo. Quando Francesco “Sandokan” Schiavone comprese il destino giudiziario che lo aspettava provò a dire qualcosa. (La Repubblica)