I pm a Tajani: «Per Regeni ora il ministero si dia da fare»

Il Manifesto INTERNO

«Lo diciamo sin da ora: servirà un proficuo lavoro del ministero degli Esteri che dovrà suscitare la collaborazione delle autorità egiziane. Solo la polizia egiziana, infatti, può notificare gli atti e dare il via libera per ascoltare a processo i 27 testimoni inseriti nella nostra lista e che vivono in Egitto. Questa collaborazione sarà fondamentale per una compiuta ed esaustiva ricostruzione dei fatti». (Il Manifesto)

Se ne è parlato anche su altre testate

La Farnesina lo ha sempre fatto“. “L’appello del pm Sergio Colaiocco al processo Regeni affinché la Farnesina si attivi per la collaborazione dell’Egitto? Non abbiamo bisogno di indicazioni, i magistrati facciano il loro dovere, che noi facciamo il nostro. (Il Fatto Quotidiano)

Ma per ricostruire il sequestro, le torture subite e l’omicidio di Giulio Regeni avvenuti in Egitto fra il 25 gennaio e il 3 febbraio 2016 c’è ancora bisogno dell’aiuto del governo italiano. Il processo è cominciato, e se ne occuperanno magistrati e avvocati. (Corriere Roma)

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto così oggi in aula al Senato alle critiche mosse dal segretario del Pd Elly Schlein dopo gli accordi siglati domenica con il presidente egiziano Al Sisi. (Il Friuli)

"Brutale e gratuita violenza fisica e di inflizione di sofferenze corporali personali che non possono che avere prodotto, per la loro imponenza, gravissimo dolore e tormento in senso stretto, in un crescendo che ha originato l'evento morte, anche a voler trascurare il dato del patimento psicologico". (Espansione TV)

“Grazie a questa rinnovata cooperazione e ai buoni rapporti coltivati abbiamo raggiunto l’importante risultato della scarcerazione di Patrick Zaki, ma a differenza di quanto sostenuto da alcuni, non abbiamo interrotto, e non intendiamo interrompere, la ricerca della verità sul caso di Giulio Regeni, come dimostra il processo in corso in Italia, che il governo segue con molta attenzione e rispetto al quale ci siamo costituiti parte civile”. (Il Fatto Quotidiano)

Una “ragnatela” creata sia attraverso l’acquisizione del passaporto, a sua insaputa, perquisizioni in casa in sua assenza, pedinamenti, fotografie e video, sia attraverso le persone “amiche” che Regeni frequentava e che riferivano, in tempo reale, ai quattro, dei loro incontri con l’italiano. (Il Messaggero Veneto)