Back to Black. La recensione del biopic su Amy Winehouse

Un biopic che non osa mai realmente in termini di linguaggio ma che riesce a rilanciare l’attenzione dello spettatore grazie soprattutto a una coesione intensa tra musica e immagini Amy Winehouse è giovanissima quando Back to Black inizia. Lei è ancora solo una diciottenne figlia di genitori divorziati. Ama follemente il jazz e la musica retrò, passione trasmessa da sua nonna Cynthia alla quale è legata in modo speciale. (Sentieri Selvaggi)

Su altre fonti

Come spesso accade, sono le ultimissime uscite a dominare le classifiche del box office, almeno così è accaduto per quello del giovedì di questa settimana, giornata di debutto di alcune delle pellicole più attese del mese di aprile. (Sky Tg24 )

Se, però, agli occhi di molti fan Blake Fielder-Civil, che allora faceva l'assistente di produzione di video musicali ed era alto e appariscente, rimane un «eroinomane senza speranza», nonché il solo responsabile della morte prematura di Amy Winehouse, a soli 27 anni, nel biopic la sua figura viene un po' riabilitata. (Vanity Fair Italia)

Back to black, ritorno al nero. (Elle)

Se ne parlava da anni. Il film è incolore: non rende giustizia alla complessa personalità di Amy. (LA NAZIONE)

È nei cinema Back to Black, il biopic su Amy Winehouse, la storia di una ragazza immensa ma fragile (Donna Moderna)

I capelli ad alveare, che hanno contribuito a creare la star della musica soul (bianca), che da un distretto della periferia di Londra, dove era nata nel 1983, è arrivata a scalare le classifiche della musica mondiale. (AMICA - La rivista moda donna)