Libero De Rienzo e il ciak al Mattino: «Giancarlo? È diventato un mio amico»

Quando il cronista del «Mattino» fu barbaramente ucciso dalla camorra sotto casa.

La scena davanti all’ingresso di via Chiatamone fu una delle ultime a essere girata.

Giancarlo Siani fa per entrare al giornale, una mano sulla pesante maniglia di ferro, si volta a guardare qualcosa, qualcuno.

Libero De Rienzo somigliava al suo personaggio in maniera impressionante: il ciuffo liscio sulla fronte, gli occhiali leggeri, la camicia candida. (ilmattino.it)

La notizia riportata su altri media

Il ruolo di Siani è interpretato dal trentenne Libero De Rienzo, napoletano di nascita che vive a Roma. Conclude De Rienzo: «Giancarlo faceva il suo dovere di cronista ed era un ragazzo normale, allegro e gioviale (IlNapolista)

Lo sguardo di Libero De Rienzo nel ruolo del giornalista Giancarlo Siani (ucciso dalla camorra nel settembre del 1985 sotto casa, all'interno della sua Mehari verde, per i suoi articoli che svelavano le trame della criminalità organizzata vesuviana) nel finale di "Fortapàsc" di Marco Risi. (La Repubblica)

Gli inquirenti anche oggi hanno ascoltato alcuni testimoni per ottenere elementi utili alle indagini da chi ha incontrato l’attore nelle ore precedenti alla morte Su richiesta della Procura di Roma i carabinieri hanno proceduto al sequestro del cellulare dell’attore Libero De Rienzo, trovato privo di vita nella serata di giovedì nel suo appartamento nel quartiere Aurelio. (Livesicilia.it)

Secondo le informazioni rese note dai media, la prima a lanciare l’allarme è stata la moglie, Marcella Mosca. Quando l’uomo è entrato nell’abitazione del famoso attore, in zona Madonna del Riposo, lo ha trovato a terra ormai senza vita. (Bigodino.it)

La Procura indaga sulle cause della morte. “Picchio”, come amava farsi chiamare, è stato nel nostro cinema personaggio atipico, persona non catalogabile: un altrove, nella passione, nell’andirivieni, nella sensibilità. (Il Fatto Quotidiano)

Ma nel corso. di Giovanni Bogani. Morire a quarantaquattro anni, quando ancora puoi fare tutto. di Giovanni Bogani Morire a quarantaquattro anni, quando ancora puoi fare tutto. (QUOTIDIANO NAZIONALE)