Arresti e proteste nei Campus, la guerra travolge le università americane

Il Dubbio ESTERI

Non si placano le proteste filo-palestinesi a anti israeliane in alcune delle maggiori università statunitensi. La newyorchese Columbia University, capofila delle proteste, ha annunciato che per il resto del semestre gli studenti potranno seguire le lezioni online, invece che in presenza. Questo, dopo che molti studenti di fede ebraica hanno denunciato episodi di antisemitismo e altri hanno espresso preoccupazione per il clima di violenza che si respira nel campus. (Il Dubbio)

Ne parlano anche altri media

Il leader dell'opposizione israeliana: "L'amministrazione Biden non può stare a guardare, deve intervenire" (LAPRESSE)

A causa dell’entità del fenomeno, caratterizzato da repressione e arresti, lunedì 22 aprile la Columbia University di New York ha reso noto che sta cancellando le lezioni in presenza per passare alla didattica a distanza al fine di «attenuare il rancore e dare a tutti noi la possibilità di considerare i prossimi passi». (L'INDIPENDENTE)

In un briefing con i giornalisti, ieri sera, il vicecapo della comunicazione della Columbia Ben Chang ha ribadito la preoccupazione dell’amministrazione («Sicurezza non è solo assenza di violenza, la protesta viola le regole») e il timore di persone esterne all’ateneo anche se quest’ultimo è ora chiuso a chi non ha un badge. (Corriere della Sera)

Stando a quanto riferito dall’Associated Press, la Columbia University ha cancellato le lezioni in presenza, mentre a Yale e alla New York University alcune decine di manifestanti sono stati arrestati. (Panorama)

Nella sua rubrica «Oriente Occidente», Federico Rampini commenta gli scontri tra studenti e polizia durante le manifestazioni pro-Palestina che si sono tenute a New York. Si schierò dalla parte dei poliziotti figli di proletari contro gli studenti borghesi figli di papà». (Corriere TV)

Noi del gruppo Jewish Voice for Peace (“Ebrei per la pace”) siamo qui per dire: non ci può essere libertà se non siamo tutti liberi”. Insieme agli Ebrei per … (Il Fatto Quotidiano)