Oltre 50mila telefoni di giornalisti, attivisti e politici spiati da decine di governi stranieri: ci sono…

Il Fatto Quotidiano ESTERI

Tutto grazie al software di spionaggio Pegasus distribuito dalla società di sorveglianza, con base in Israele, NSO Group.

Anche il procuratore turco che indagava sulla sua morte era nella lista

Anche se i telefoni elencati coprivano più di 45 Paesi in quattro continenti, tra cui più di 1.000 numeri in Stati europei.

Ma da un’analisi di un piccolo numero di dispositivi emerge che circa il 50% di questi erano stati infettati. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre testate

Il programma, commercializzato dall’israeliano Nso Group e chiamato Pegasus, è stato creato per consentire ai governi di seguire terroristi e criminali. La lista dei numeri di telefono segnalati dall'inchiesta su Pegasus comprende più di 50mila numeri, concentrati in Paesi che applicano una stretta sorveglianza sui loro cittadini. (L'Unione Sarda.it)

C'è anche il governo ungherese di Viktor Orbán tra quelli che si sarebbero serviti di uno sofisticato spyware, Pegasus, per «spiare» in tutto il mondo centinaia tra giornalisti, avvocati e altre personalità di opposizione a regimi autoritari. (il Giornale)

18 luglio 2021 a. a. a. Il governo Orban e diversi governi definiti "autoritari" avrebbero utilizzato un software israeliano per spiare i cellulari di giornalisti, attivisti e manager nel mondo. E dalle carte, riporta il sito dell'Ansa, emergerebbe che nel mirino siano finite anche persone vicine a Jamal Khashoggi, il reporter saudita ucciso (Liberoquotidiano.it)

Tra i Governi che l'hanno usato per spiare ci sarebbe - scrive il Wp - anche quello ungherese di Victor Orban. Un software israeliano è stato utilizzato da diversi Governi autoritari per spiare i cellulari di giornalisti, attivisti e manager nel mondo. (RSI.ch Informazione)

Molti numeri sarebbero associati ai cluster di 10 paesi: Azerbaijan, Bahrain, Ungheria, India, Kazakistan, Messico, Marocco. COSA DICE L'AZIENDA ISRAELIANA. Pegasus, scrive il Washington Post, sarebbe stato concepito come strumento per monitorare l'attività di terroristi e criminali di rilievo (Adnkronos)

Dávid Dercsényi lavora al settimanale HVG ed è uno dei cronisti sotto spionaggio. Giornalisti, personaggi pubblici, sindacalisti, religiosi, accademici, politici: tutti spiati dal governo di Budapest (ma non solo) attraverso i loro smartphone. (Euronews Italiano)