Metropolis/532 Live - 'Pentimento lento'. Con Abbate, Baldino, Boralevi, Nardella, Nevi, Olivero, Salvatori e Sannino

Repubblica TV INTERNO

Francesco Schiavone, noto come "Sandokan", collaborerà con la giustizia. Il super pentito era a capo di una delle cosche più temibili nella galassia della criminalità organizzata, quella dei casalesi: quali segreti può svelare? Poi, la politica: dalle candidature europee del Pd, che fanno ribollire i malumori interni, ai nuovi sondaggi, con la Lega in crisi. A far discutere oggi è un post sulla scuola. (Repubblica TV)

La notizia riportata su altri giornali

Roberto Saviano, grande conoscitore del mondo affaristico e criminale della camorra, che ha raccontato prima di tutto nel celebre romanzo "Gomorra", commenta sui social la notizia del pentimento di Francesco Schiavone, detto Sandokan, ricordando che nel 2010, dopo l'arresto del primo figlio, lo invitò a collaborare con la giustizia. (Il Messaggero Veneto)

A 70 anni, 26 anni dopo la sua cattura in un bunker a Casal di Principe dove era con la moglie Giuseppina Nappa e le figlie, il capo dei Casalesi, Francesco Schiavone, noto con il soprannome di Sandokan, ha iniziato a collaborare con la giustizia. (il Fatto Nisseno)

E secondo Federico Cafiero de Raho l'avvio della collaborazione con la giustizia del boss Francesco Schiavone è "certamente un evento di grandissima importanza, perché Schiavone è stato il capo del clan dei casalesi, un irriducibile". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Tutti «colpevoli» di aver raccontato la camorra, gli intrecci con la politica e l'imprenditoria. Il boss di Casapesenna Michele Zagaria, invece, Sandro Ruotolo. (Corriere)

Ora Francesco “Sandokan”, così soprannominato per i capelli lunghi e la presunta somiglianza con l’attore Kabir Bedi (ma lui ha sempre odiato il paragone), si è pentito davvero. Complice forse la malattia al tumore che da tempo lo affligge, si è pentito il fondatore della cosca che ha ridisegnato la mappa criminale del clan dei Casalesi e scritto la storia della Camorra lasciandosi dietro una lunga scia di sangue nell’agro aversano tra gli anni ’80 e ’90. (TERRANOSTRA | NEWS)

Furono preziose le intercettazioni, anche se all'epoca la qualità non era altissima». Sergio Sellitto oggi ha 63 anni ed è un dirigente dell'Interporto Campano. All'epoca era vicequestore della polizia di Stato in servizio alla Dia, la Direzione investigativa antimafia. (Corriere)