Il carcere di Torino è ingestibile: dai detenuti che distillano grappa a quelli che minacciano le ex via cellulare

La Stampa INTERNO

«Perché in carcere nessuno controllava mio figlio? Tutti sapevano che aveva dei problemi, eppure è finita nel peggiore dei modi. Non mi do pace, io ho fatto tutto quello che potevo per curarlo e lui non doveva stare lì…». È disperato Edmundo Nuñes, il papà di Alvaro Fabrizio, il 31enne con problemi psichiatrici che, domenica sera, si è impiccato con un lenzuolo alle sbarre della finestra della sua cella. (La Stampa)

La notizia riportata su altre testate

Una protesta che si protrae oramai da giorni e che riguarda soprattutto il sovraffollamento delle celle. Il penitenziario di Cassino è uno dei più antiquati del Lazio, realizzato nei primi anni ’70 è adibito a ospitare non più di 100 detenuti. (Frosinone News)

Il record è del 2022, quando furono ottantaquattro. Un suicidio ogni tre giorni. (La Stampa)

È il 27esimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno. A impiccarsi con un cappio rudimentale ricavato con i lembi di un lenzuolo legato alle sbarre della finestra della propria cella, stavolta, è stato un detenuto di 31 anni. (Avvenire)

Evitiamo di ripetere stancamente il computo delle vite perse all’interno di questa Istituzione della nostra collettività; riflettiamo piuttosto sulla responsabilità della continua oscillazione tra i due poli dell’efficace risposta alla commissione di un reato e dell’assoluta tutela dei diritti che la nostra Costituzione afferma per tutti, incluso il diritto a che la sanzione sia finalizzata a ciò che la Carta indica. (La Stampa)

Qualcuno in carcere doveva vigilare su Alvaro perché tutti sapevano quali erano i suoi gravi problemi di salute. Edmundo Nuñez è il padre dell’uomo che si è suicidato nel carcere di Torino, il ventisettesimo morto nelle carceri italiane da inizio anno, e non s… (La Stampa)

Lo scorso agosto aveva tentato di uccidere il padre ed era finito in carcere. Schizofrenico, paranoico. (La Stampa)