Ue: accordo tra i paesi membri sul nuovo patto migrazione (presidenza svedese di turno)

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Di Euronews Ue: accordo sul patto migrazione. "Un grande giorno: lanciamo un messaggio importante, quando siamo uniti siamo in grado di prendere decisioni non facili ma necessarie". CosÌ la ministra svedese per l'Immigrazione Maria Malmer Stenergard, sottolineando che l'accordo è passato con "ampio supporto". I 27 hanno trovato l'accordo sul nuovo patto migrazione, cghe riguarda le procedure di frontiera e la gestione dell'asilo. (Euronews Italiano)

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L'Ue si doterà di una capacità di gestione fissata a 30mila “posti” con un coefficiente di moltiplicazione progressivo di 2, 3 e 4 nell'arco di tre anni. A contare non è il migrante singolo ma il “posto” e siccome la domanda di richiesta d’asilo dovrà essere evasa entro 12 settimane, si calcola che il primo anno il tetto sarà di 60mila persone, poi 90mila e infine 120mila. (Sky Tg24 )

Il Consiglio Affari interni dell’Ue ieri ha approvato a maggioranza qualificata il testo di compromesso proposto dalla presidenza di turno svedese sul PattoUe sull'immigrazione e asilo. (Italia Oggi)

Dopo una giornata sulle montagne russe, con un quasi accordo e poi un’improvvisa rottura, alla fine a Lussemburgo l’intesa sul Patto sulla migrazione è finalmente arrivata, dopo anni di negoziati infruttosi. (Avvenire)

“L’Italia ha ottenuto tanto, c’è più solidarietà“. “Una scelta di grande rilievo è la possibilità di accompagnamento dei migranti non solo nel Paese di origine ma anche di transito – ha aggiunto Tajani – Si potranno salvare tante persone e lavorare a lungo termine per la crescita del continente africano” (LaPresse)

Mi sono congratulato con il ministro Matteo Piantedosi. Roma, 9 giu. (LaPresse)

Accordo inutile, ovviamente, come già avvenuto altre volte in passato (con Malta che ancora spadroneggia nella retorica immigrazionista), e soprattutto dannoso per il solito concetto che fa passare: quello del ricollocamento, ora addirittura “a pago” se non rispettato, ma che nulla impone sull’idea di provare a fermare il fenomeno ma – come sempre – sul fatto di continuare a recepirlo. (Il Primato Nazionale)