FED alza i tassi di 25 pb e segnala altri rialzi

IG ECONOMIA

Ieri in serata la commissione operativa della Federal Reserve, il FOMC (Federal Open Market Committee), ha deciso di alzare i tassi di interesse di 25 punti base al nuovo range 4,50%-4,75% (livello massimo dal 2007), segnalando la possibilità di nuovi rialzi per riportare l’inflazione verso il target del 2%. La decisione di diminuire l’entità dell’aumento del costo del denaro è legata al rallentamento delle pressioni inflazionistiche. (IG)

Ne parlano anche altri media

Le cose migliorano, non c’è più lo spettro di una crescita incontrollabile dei prezzi delle materie prime, dell’energia, del cibo. Ora i timori si concentrano soprattutto sul costo del lavoro (Corriere della Sera)

Nella riunione di febbraio 2023, la Federal Reserve ha alzato di 25 punti percentuali l’intervallo di riferimento per il tasso sui fed funds, portandolo al 4,5%-4,75%, riducendo l’entità dell’aumento per la seconda volta consecutiva, ma spingendo comunque i costi di finanziamento ai massimi dal 2007. (Scenari Economici)

Le prospettive sull’inflazione sono in miglioramento nella prima metà del 2023, aiutate da effetti base favorevoli e dal calo dei prezzi dei beni. L’analisi di Sonia Meskin, Head of US Macro, BNY Mellon Investment Management Come ampiamente previsto, ieri la Federal Reserve Open Market Committee (FOMC) ha alzato l’intervallo target dei fondi federali di 25 punti base (pb) al 4,50-4,75%. (Start Magazine)

Va detto che, appena il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha preso la parola nella conferenza stampa successiva all’annuncio dell’ottava stretta monetaria in Usa dal marzo del 2022, sia le azioni che le obbligazioni hanno puntato verso l’alto. (Finanza.com)

È iniziata la due giorni delle banche centrali, con la mossa della Fed che ha alzato il costo del dollaro di altri 25 punti base, fino al 4,50-4,75%, ai massimi dal 2007. Oggi sarà la volta della Bce, che dovrebbe procedere con una stretta di 50 punti base, portando il tasso di riferimento al 3%. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

In occasione della prima riunione del 2023, la Federal Reserve ha dovuto affrontare priorità contrastanti: come riconoscere i progressi compiuti sul fronte dell’inflazione – e segnalare che i rialzi dei tassi non continueranno all’infinito – pur mantenendo un orientamento sufficientemente restrittivo della politica monetaria e misurato rispetto a un’ampia gamma di asset. (Start Magazine)