Standard & Poor’s non tocca il giudizio sul debito e migliora le prospettive

La Stampa ECONOMIA

Il recupero registrato nel terzo trimestre, con l'allentamento delle misure di lockdown, non basta per tornare sopra i livelli pre-Covid.

Risultato: confermato il rating BBB, migliora l'outlook che passa da negativo a stabile.

Però una buona notizia arriva da Standard and Poor’s che promuove i conti italiani.

L'economia italiana non può ancora tirare un sospiro di sollievo, anzi.

«La pandemia COVID-19 - si legge nel comunicato di S&P Global Rating - ha colpito duramente l'economia italiana; secondo le nostre proiezioni, il Pil non tornera' ai livelli del 2019 fino al 2023». (La Stampa)

Ne parlano anche altre testate

"Allo stesso tempo, l'agenzia di rating ha valutato con favore la decisione di utilizzare a pieno gli strumenti messi a disposizione dal, al quale l'Italia ha dato un contributo sostanziale sin dalla sua ideazione. (Teleborsa)

La carta stampata è un patrimonio democratico che va difeso e preservato. I perché dei nostri lettori. “ Leggo La Stampa da quasi 50 anni, e ne sono abbonato da 20. (La Stampa)

La decisione di S&P conferma lo scenario ipotizzato di ritorno dello spread nel range 100/120 punti base entro fine anno", ha concluso Cesarano. S&P Global Ratings ha spiegato che "la pandemia ha colpito duramente l'economia italiana; secondo le nostre proiezioni, il pil non tornerà ai livelli del 2019 fino al 2023. (Milano Finanza)

A metà mese ha collocato triennali con rendimento negativo e, per la prima volta nella storia, a cedola zero. - Il debito pubblico italiano, proiettato verso il 158% del Pil, si è presentato all'appuntamento con la pagella di S&P col vento in poppa. (la Repubblica)

Ma avverte anche che “la ripresa dei contagi in Italia e fra i suoi partner commerciali “comportano rischi al ribasso per queste stime”. A nostro parere questo impegno permetterà a governo di finanziarsi a tassi nominali di circa lo 0,8% in media contro il 2,5% medio del suo attuale stock di debito”. (Il Fatto Quotidiano)

Dobbiamo però essere consapevoli che i numeri su cui si basa la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza non sono più realistici. Un coordinamento di fatto — anche se non formalizzato –—tra politica monetaria e politica fiscale. (Corriere della Sera)