La proboscide degli elefanti studiata per ispirare nuovi robot

Immagine infografica (Michel Milinkovitch). Lo studio del “loxodonta africano”. I ricercatori studieranno l'anatomia di una proboscide particolare, ovvero quella dell'elefante africano di savana (denominato in gergo scientifico “loxodonta africano”).

Non solo perché la proboscide robotica verrà ricoperta da una sorta di pelle artificiale, che intende simulare la pelle rugosa dell'elefante, particolarmente sensibile e resistente a condizioni difficoltose, come le alte temperature. (Sky Tg24 )

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La proboscide robotica sarà poi ricoperta da una pelle artificiale ispirata alla pelle rugosa dell'elefante, sensibile e resistente a condizioni ostili quali alte temperature e polvere. (inToscana)

La proboscide sarà esaminata con tecniche di microscopia episcopica ad alta risoluzione e la sua struttura sarà ricostruita per la prima volta in dettaglio in 3D. L'estremità sarà ricca di sensori per garantire un'interazione fine con oggetti piccoli e delicati. (la Repubblica)

La proboscide sarà esaminata con tecniche di microscopia episcopica ad alta risoluzione e la sua struttura sarà ricostruita per la prima volta in dettaglio in 3D. Forte, agile, sensibile e versatile: la proboscide dei pachidermi diventa fonte di ispirazione per una nuova generazione di robot manipolatori, con sensori e attuatori innovativi in materiali soffici, che in futuro potranno essere usati nell'industria manifatturiera e alimentare, così come nell'assistenza di anziani e disabili. (Tiscali.it)

Il ruolo della Scuola Sant'Anna. (Qui News Pisa)

La versatilità di questo organo e la sua eccezionale agilità lo rendono unico: grazie alla proboscide gli elefanti possono afferrare oggetti, respirare, mangiare, bere e comunicare con i loro simili. (Lega Nerd)