Naufragio Crotone, tra le vittime la giocatrice della Nazionale pakistana di hockey

Il Fatto Quotidiano INTERNO

Era in fuga dal Pakistan per problemi personali e perché appartenente alla comunità sciita Hazara, ripetutamente presa di mira dai gruppi estremisti sunniti tra cui l’Isis. E aveva scelto di cercare un futuro migliore in Europa imbarcandosi dalla Turchia sul Summer love, il barcone di migranti naufragato sulle coste calabresi domenica mattina. È morta così Shahida Raza, capitana della Nazionale pakistana di hockey su prato. (Il Fatto Quotidiano)

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Shahida Raza , 27 anni, è tra i 67 morti del recente drammatico naufragio avvenuto a Cutro . La giovane calciatrice e capitano della nazionale femminile pakistana di hockey su prato era di etnia hazara , perseguitata dall'Isis. (Tuttosport)

N ella strage di migranti di fronte alle coste calabresi è morta anche Shaida Raza: 27 anni, era calciatrice e giocatrice di hockey su prato (Donna Moderna)

Il naufragio di Crotone La tragedia si è verificata nelle prime ore del mattino del 26 febbraio a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. Un barcone con a bordo oltre 100 persone si è scontrato contro gli scogli a causa del vento, spezzandosi e naufragando a pochi metri dalla costa. (alfemminile.com)

"Chi era Shahida Raza" Chintu, come veniva chiamata, era capitano della Nazionale pakistana di hockey. Di minoranza Hazara - da sempre perseguitata - aveva deciso di lasciare il Paese per l'Europa, la famiglia ha raccontato che nella sua decisione ha contato il recente divorzio dal marito. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Saadia Raza, che vive a Quetta, la città del sudovest del Pakistan da dove era partita anche Shahida, ha detto di aver ricevuto dalla sorella una telefonata quando ormai il viaggio stava per concludersi. (La Stampa)

Lo ha raccontato alla Bbc la sorella di Shahida Raza, la 27enne giocatrice pachistana di hockey e calcio morta nel naufragio di Cutro. Saadia Raza, che vive a Quetta, la città del sudovest del Pakistan da dove era partita anche Shahida, ha detto di aver ricevuto dalla sorella una telefonata quando ormai il viaggio stava per concludersi. (Il Dispaccio)