Sgambati (Uil), "Quanti morti ancora vogliamo contare?"

anteprima24.it INTERNO

Pubblicità “Non abbiamo nemmeno finito di parlare di sicurezza sul lavoro dal palco del 1° maggio che altri due operai hanno perso la vita mentre lavoravano. È insopportabile tutto questo, bisogna agire adesso”. Così Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil di Napoli e Campania, commenta i due incidenti mortali di stamane sul lavoro a Casalnuovo e a Lettere. “Fermare le stragi sul lavoro – secondo Sgambati – non significa solo salvaguardare e proteggere la vita dei lavoratori, ma anche fermare l’illegalità, la criminalità che spesso si insinua nei sub appalti o in alcune realtà aziendali. (anteprima24.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

"Il lavoro è il termometro più sensibile della dignità, del rispetto, della giustizia, del vivere civile. E' lo strumento che realizza il bene comune". Lo ha detto l'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nella celebrazione eucaristica di San Giuseppe lavoratore, nello stabilimento di Arzano di Guerriero Produzione Pelletterie. (Ottopagine)

PUBBLICITÀ Raffaele e Enzo morti sul posto di lavoro, doppio dramma nel Napoletano. Ieri mattina, i carabinieri della tenenza di Casalnuovo sono intervenuti presso la clinica villa dei fiori di Acerra. (Internapoli)

La scia di sangue nei cantieri edili prosegue infrenabile, infischiandosene di primo maggio, feste dei lavoratori e dintorni. L’età media dei lavoratori che non torneranno a casa si alza sempre di più: per i tre di ieri sfiorava 60 anni, cifra con cui prima della Fornero si era in pensione. (il manifesto)

Morire di lavoro il giorno dopo il 1° maggio. Raffaele Manzo, operaio di 57 anni, padre di tre figli (tra cui una ragazzina minore) stava lavorando all’ultimazione dell’installazione di una impalcatura in vista dei lavori di rifacimento della facciata dell'edificio condominiale. (ilmattino.it)

Se «il lavoro è il termometro più sensibile della dignità, del rispetto, della giustizia, del vivere civile», allora «non dobbiamo tacere, perché ogni vittima nei luoghi di lavoro è uno scandalo». (La Repubblica)

«Signora, prima ho già fatto entrare la moglie e la figlia, ma poi i carabinieri mi hanno detto che non può entrare più nessuno: la salma è sotto sequestro della magistratura, c’è un’indagine». Sono raggelanti i dialoghi tra i parenti e i medici dell’ennesima vittima del lavoro che uccide, l’operaio edile Vincenzo Coppola, 60 anni, di Frattamaggiore, provincia di Napoli (ilmattino.it)