Alfa Romeo: non va bene Milano? Allora “Alfa Romeo Junior!”

Stellantis ECONOMIA

In una delle settimane più importanti per il futuro di Alfa Romeo, un esponente del governo italiano dichiara che l’utilizzo del nome Milano, scelto dal marchio per chiamare la nuova compatta sportiva appena presentata, è vietato per legge. Il nome Milano, tra i favoriti del pubblico, era stato scelto per rendere tributo alla città dove tutto ebbe origine nel 1910. Non è la prima volta che Alfa Romeo chiede il parere del pubblico per scegliere il nome di una vettura. (Stellantis)

Ne parlano anche altri media

Lo annuncia il ceo Jean Philippe Imparato durante una conferenza stampa digitale (LAPRESSE)

«Sinceramente del nome non importa niente a nessuno, le questioni importanti sono ben altre. Così Edi Lazzi, segretario generale della Fiom di Torino, commenta il cambio di nominativo dell’Alfa Romeo Milano, trasformatasi, cinque giorni dopo la presentazione ufficiale, in Alfa Romeo Junior. (Corriere della Sera)

La causa? Le proteste del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, irritato per la decisione di chiamare con un chiaro richiamo all’Italia una vettura che viene prodotta in Polonia. La strada più comoda per il brand del gruppo Stellantis, che avrebbe avuto come altra possibilità almeno una promessa – nel lungo periodo – di portare la produzione in Italia. (Il Fatto Quotidiano)

Fragorosa retromarcia, cambia il nome Alfa Romeo Milano. Il nuovo B-Suv della Casa del Biscione, primo modello del Marchio con una versione elettrica, si chiamerà Alfa Romeo Junior. (QN Motori)

Si tratta di un tributo a un modello del passato, ma viene cancellato il riconoscimento alla città dove è nata nel 1910 la casa del Biscione. Alla fine passa la linea del governo Meloni: Stellantis si adegua, dopo le polemiche sollevate dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, cambiando nome all’Alfa Milano (Calcio e Finanza)

Alfa Romeo ‘Milano’ cambia nome, si chiamerà Alfa Romeo ‘Junior’. Ad annunciarlo il ceo del brand, Jean-Philippe Imparato. La decisione dopo le polemiche sollevate all’indomani del lancio della vettura dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo cui per legge non si può chiamare ‘Milano’ un’auto prodotta in Polonia. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)