Giovanna Marini, in viaggio in un altro mondo opposto e dimenticato

La notizia della morte di Giovanna è arrivata come un lampo a lacerare e a interrogare il vuoto e il buio di questo nostro tempo doloroso. Una stagione di sofferenza anche per la «sua» musica popolare. «Siamo dei sopravvissuti – mi diceva spesso – in questo paese sempre più scollato che fatica a riconoscersi». Però non si fermava, nonostante la difficoltà a leggere le note, le ginocchia affidate alle stampelle e l’artrite che complicava il movimento delle dita sui tasti della chitarra. (il manifesto)

La notizia riportata su altre testate

Marini era stata la pioniera del “canto sociale”, dedicandosi al recupero di vecchie canzoni della tradizione popolare tramandate sino a quel momento soltanto oralmente. (Sololibri.net)

Anche se la sua era stata una formazione classica, all’Accadema di Santa Cecilia: famiglia borghese, un fratello gesuita a cui era molto legata per l’apertura di lui, e un inizio clamoroso, dopo un lungo soggiorno negli Stati uniti, che mise in musica al ritorno con un ancora oggi esplosivo Vi racconto l’America. (il manifesto)

Il secondo è che è impossibile scrivere di Giovanna Marini senza dimenticare qualcosa della sua lunga e bella storia musicale e politica. (Contropiano)

Perdiamo un’autentica cantastorie». ROMA. (Il Centro)

Tutta l’Umbria piange la scomparsa di Giovanna Marini, storica protagonista della canzone popolare italiana, compositrice, cantante e ricercatrice. Da lì non è mai mancata con i suoi concerti per raccontare l’Italia della della protesta, della tradizione, del rito, anche a fianco di Francesco De Gregori con quale produsse l’album “Il fischio del vapore“ registrato a Spello. (LA NAZIONE)

Prendi un gruppo di amici d’estate al mare. Dopo cena, una di loro prende la chitarra e dice, «Vi dispiace se suono qualcosa?». Permesso concesso volentieri, anche se non se la tira per niente, alla signora con la chitarra. (il manifesto)