«L'Europa ora dipende dal fertilizzante russo: è il nuovo gas»

Corriere del Ticino ESTERI

Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin, l’Unione europea ha cercato di essere sempre meno dipendente dall’energia russa, applicando una serie di sanzioni contro i combustibili fossili, riducendo le importazioni di petrolio e cercando il gas su altre rotte. La stessa cosa non è invece avvenuta con i fertilizzanti, specialmente quelli a base di azoto, come l’urea, realizzati con gas naturale e decisamente più a buon mercato in Russia (Corriere del Ticino)

Su altre fonti

Affermare che le sanzioni occidentali contro la Russia ne abbiano determinato il tracollo economico costituisce allo stato attuale un errore clamoroso. A sostegno di questa tesi è sufficiente individuare due elementi. (Notizie Geopolitiche)

Inoltre, i radicali a Bruxelles stanno portando avanti un’agenda verde che potrebbe minare la stabilità della produzione dei fertilizzanti in Europa molto prima di raggiungere i suoi obiettivi di cambiamento climatico. (Scenari Economici)

Per evitare uno shock energetico, l’UE deve continuare a importare GNL dalla Russia, nonostante il desiderio di alcuni Paesi di vietare gli acquisti di gas da Mosca, afferma l’Agenzia per l’interazione dei regolatori energetici (ACER). (Farodiroma)

Solo il 22 marzo la quantità di gas in arrivo in Italia dal punto di scambio di Tarvisio, al confine con l'Austria, è stata inferiore a cinque milioni di metri cubi. In tutti gli altri giorni del mese scorso, i flussi in ingresso di metano dalla rotta nordorientale si sono aggirati stabilmente tra i venti, i trenta e talvolta hanno sfiorato i quaranta milioni di metri cubi. (L'HuffPost)

Aura Sabadus, senior analyst della società di market intelligence ICIS, prevede che Austria, Ungheria e Slovacchia probabilmente saranno i Paesi più colpiti dal taglio delle importazioni di gas (Energia Oltre)