Il Ciad vota nel deserto golpista (e si fa corteggiare da Putin)

Corriere della Sera ESTERI

Nel Sahel, la regione africana dove fioriscono i colpi di Stato (Niger, Burkina Faso, Mali), un Paese che va alle urne è una bella notizia: ieri in Ciad, quinto Paese più povero del mondo, si sono svolte nuove elezioni. L’esito però è scontato: il generale Mahamat Idriss Déby manterrà il potere esercitato negli ultimi tre anni come presidente ad interim. Il quarantenne Mahamat nel 2021 subentrò al padre-dittatore Idriss Déby, ucciso dai ribelli. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

Non sempre i giovani che affrontano questa vita lo fanno per tradizione familiare. (La Verità)

Presidenziali considerate importanti anche riguardo agli equilibri geo-politici del Sahel, con il Ciad sostenuto dai paesi occidentali – Francia in primis –, ma che ha recentemente allacciato «nuovi rapporti di partenariato» con Mosca. (il manifesto)

Di Alberto Galvi – Domani il primo voto presidenziale in Ciad dopo la morte di Idriss Déby, ma i risultati si conosceranno solo il 21 maggio, con un possibile secondo turno il 22 giugno. Il Ciad è il primo di una serie di paesi della regione che hanno subito colpi di stato negli ultimi anni, a indire elezioni. (Notizie Geopolitiche)

Si sono tenute oggi le elezioni presidenziali in Ciad: parliamo di una tornata elettorale che potrebbe rivelarsi cruciale, visto l’incremento dell’instabilità politica nell’intera regione del Sahel. (La Verità)