Draghi in Libia: «C’è voglia di futuro e di ripartire». Ma le sue parole sui migranti non convincono la sinistra – Il video

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Le critiche sul ruolo della Libia. Le parole di Draghi non hanno convinto tutti.

Grave che Draghi abbia ignorato le violenze e le torture, subìte dai migranti nei campi di detenzione, denunciate dall’Onu».

Investimenti, piano comune anti-Covid e gestione dell’immigrazione, i temi salienti discussi dai due leader durante la visita.

Ciò non riguarda solo la Libia, un paese di passaggio, né solo l’Italia, ma l’Ue e tutta la comunità internazionale». (Open)

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Certo, vanno ricostruiti i rapporti con la Libia e il suo nuovo governo, provare a riprendersi qualche spazio occupato nel frattempo dalla Turchia e poi si sa, gli affari sono affari e la diplomazia ha le sue regole, quindi se sei ospite a casa di qualcuno non ti metti a criticare tutto. (Il Manifesto)

Nel caso della politica migratoria – argomenta Massolo - gli obiettivi sono “evidentemente quelli di priorizzare gli aspetti umanitari in Libia e far cessare delle situazioni di crisi umanitaria. Una “politica del possibile” lungo tre priorità: riportare l’Italia e l’Ue in Libia, stabilizzare il Paese, rafforzare il processo politico. (L'HuffPost)

L’Italia ha dato almeno 200 milioni per controlli e soccorsi, ma nel rispetto dei diritti umani. Quel rispetto va preteso senza sconti (Avvenire)

Le parole di Mario Draghi pronunciate ieri a Tripoli al premier del Governo transitorio di unità nazionale libico Dabaiba non lasciano spazio a dubbi: l’Italia vuole giocare la parte da leone nella ricostruzione della «nuova» Libia, riportando le lancette dell’orologio (dirà in seguito Dabaiba) al Trattato di amicizia italo-libico del 2008. (Il Manifesto)