Guerini: l’impegno italiano in Libia può crescere

La Stampa ESTERI

In Iraq i militari italiani sono «attualmente 879, di cui 288 schierati in Kuwait.

A queste condizioni, ha spiegato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini alle commissioni difesa di Senato e Camera, ci «sarebbe margine per una possibile rimodulazione del nostro intervento».

«E’ necesario – dice Guerini – interrompere il continuo afflusso di armamenti alle fazioni in lotta in Libia.

Insomma: «La Difesa è pronta ad assumersi una responsabilità importante in Libia, un'area la cui stabilizzazione non può prescindere dalla presenza dell'Italia». (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altre testate

Perciò ci sono in Kosovo 3.500 soldati occidentali, di cui più di 500 italiani. Gli fa eco il Capo di stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli: «Il vuoto, qualcuno lo riempie». (La Stampa)

La portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, ha frenato sull'idea elaborata dal governo italiano, secondo le rivelazioni pubblicate da Repubblica. Minniti: “Memorandum? (Il Fatto Quotidiano)

Decisioni di questo tipo vengono prese dal Paese in qualità di partner strategico e importantissimo all’interno della Nato. Eppure, emerge una differenza sulla linea politica del governo, con la responsabilità del ministro della Difesa da un lato, e la visione purtroppo militarista dall’altro. (Formiche.net)

In questo senso - ha aggiunto - la presenza di Haftar alla Conferenza di Berlino ha sicuramente un valore positivo". Sia Ankara che Tripoli hanno ripetutamente negato la presenza di combattenti siriani in Libia (Rai News)

Guerini segnala poi due aree che potrebbero vedere un ruolo maggiore delle forze armate italiane. Per quanto riguarda l’Iraq, Guerini ritiene centrale il ruolo dell’Alleanza Atlantica, sul modello Afghanistan. (L'HuffPost)

"Ho ribadito al segretario Esper il nostro impegno nel Paese", ha proseguito il ministro, ed anche "il collega iracheno mi ha confermato l'apprezzamento per l'operato dei nostri militari, la cui presenza nel Paese non e' in discussione". (AGI - Agenzia Giornalistica Italia)