Omicidio Cerciello, i giudici: "Indubbia capacità criminale e nessun pentimento di Elder e Hjorth"

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La condanna all’ergastolo per Elder e Hjorth era arrivata dopo oltre 13 ore di camera di consiglio e un lungo e difficile processo

Nelle motivazioni della sentenza, i giudici sottolineano una “sconcertante perpretazione di gravi reati posti in essere in un’inquietante escalation di illegalità”, puntando il dito contro quello che definiscono “modelli comportamentali devianti”.

Così i giudici della prima Corte d’Assise descrivono Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due giovani americani condannati all'ergastolo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. (RomaToday)

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Tesi che le motivazioni smentiscono su tutta la linea: “L’operazione descritta dalle difese – si legge – appare insostenibile e risulta smentita” da quanto emerso nel processo. Soprattutto nelle motivazioni viene messa in luce la personalità degli imputati, descritta come “allarmante” nonostante la loro giovane età (Il Fatto Quotidiano)

Nelle motivazioni i magistrati hanno evidenziato “l’indubbia capacità criminale di entrambi”. La conclusione dei giudici è che gli imputati “al processo hanno continuano a manifestare sostanziale distacco dalle vicende di quella notte e dal loro tragico epilogo (Virgilio Notizie)

Sono 346 le pagine di motivazione depositate dai giudici, nelle quali si spiega che i due statunitensi agirono "secondo un programma preordinato" in cui l'omicidio di Cerciello "costituisce una prevedibile conseguenza". (Fanpage.it)

I giudici sottolineano inoltre come "l’atteggiamento degli imputati e’ sempre volto a sminuire le loro responsabilita’. Nessun atteggiamento convinto e convincente di rielaborazione critica di quanto commesso, nessun pentimento. (Adnkronos)

Ancora: «Nel caso in esame deve escludersi la sussistenza di un atteggiamento difensivo. I due imputati sono ben consapevoli di trovarsi in una situazione di illiceità da loro stessi provocata e dalla quale non possono ritenersi legittimati ad uscire mediante il ricorso a una simile violenza (Corriere Roma)