Da Joselu al suo gilet: Ancelotti è la vittoria della normalità nell’epoca degli allenatori guru e degli algoritmi

Il Fatto Quotidiano SPORT

“L’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”, “Disperato erotico stomp”, Lucio Dalla, tifoso del Bologna. La canzone è del 1977, quando Carlo Ancelotti giocava nel Parma, in Serie C ed era un signor Nessuno. Oggi è il signore della Champions – quattro vinte da allenatore, due da giocatore – e nel Real Madrid dei galacticos ha imposto, e sta imponendo, la sua “normalità”. Nell’era degli algoritmi, degli allenatori guru – e spesso “paraguru” -, di chi parla di verticalizzazione come se fosse algebra e di chi enuncia “il mio calcio”, Carletto è l’uomo delle cose giuste al posto giusto al momento giusto. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri giornali

"La prima cosa che gli ho detto, quando ci siamo sentiti ieri mattina, è che non mi può far soffrire così tanto. «Carlo, me la sono vista brutta!». E lui, che ha sempre voglia di scherzare: «E’ una tattica, Arrigo. (Pianeta Milan)

Arrigo Sacchi, ex commissario tecnico della Nazionale, sulle pagine della Gazzetta dello Sport si sofferma su Carlo Ancelotti dopo la qualificazione alle sesta finale di Champions per il tecnico emiliano: "Sei volte non sono mica poche: quattro le ha vinte, due con il Milan e due con il Real Madrid; una l’ha persa, con i rossoneri; e una se la giocherà a Londra contro il Borussia Dortmund. (AreaNapoli.it)

Carlo Ancelotti ha un talismano e non ci rinuncia mai quando il Real Madrid gioca in Champions League: si tratta del suo gilet portafortuna, che ha indossato anche nella semifinale vittoriosa contro il Bayern Monaco. (Fanpage.it)

'Carletto' infatti ha già disputato 5 finali di Champions (3 col Milan, 2 col Real Madrid), vincendo ben 4 volte la Coppa dei Campioni (2 volte con i rossoneri, 2 volte con i blancos). Carlo Ancelotti a Wembley sfiderà il Borussia Dortmund in quella che sarà la sesta finale della sua carriera da allenatore. (ilmessaggero.it)

L'esonero venne servito subito dopo una qualificazione agli ottavi di Champions, nel Caruso Roof Garden dell'Hotel Vesuvio. No, non c'era più nulla da fare. (ilmattino.it)

“Abbiamo già scritto la storia e adesso c’è questo obiettivo senza pressione. Arriviamo molto bene, freschi di gambe, liberi di testa, ragazzi giovani che hanno fatto già una stagione a prescindere di come finirà fantastica e tante altre che stanno lottando con questo obiettivo già da inizio stagione. (Europa Calcio)