Colonna sonora

La Stampa ESTERI

Ignazio La Russa ha invitato Antonio Scurati a scrivere una trilogia su Stalin, dopo aver scritto quella su Mussolini, e mi ha ricordato la storia del cantante Shervin Hajipour, arrestato per aver scritto un brano sui crimini della teocrazia iraniana e liberato purché ne scrivesse uno anche contro i crimini degli Stati Uniti. Naturalmente La Russa non è un ayatollah, gli Stati Uniti non sono l’Unione sovietica di Stalin e Scurati non è Hajipour, che non ha scritto il brano sui crimini americani e quindi è stato condannato a tre anni e otto mesi di carcere. (La Stampa)

Su altri giornali

Roma, tensione tra comunità ebraica e manifestanti iraniani: "Via la bandiera di Israele" 28 aprile 2024 (Il Sole 24 ORE)

In Iran è vietato protestare contro il governo degli Ayatollah. Condannato a morte il rapper Salehi accusato di corrompere i giovani (LA NOTIZIA)

La Repubblica islamica ha condannato a morte il rapper che aveva cantato la rivoluzione per la libertà e la sua musica ha accompagnato la voce di giovani, donne e uomini, che hanno lottato e lottano per rovesciare la Repubblica islamica. (L'HuffPost)

Il musicista 33enne, da molti considerato la "voce dell'Iran", è stato condannato a morte per aver partecipato alle proteste scaturite in tutto il Paese dopo la morte di Mahsa Amini, la studentessa curdo-iraniana deceduta mentre era in custodia della polizia religiosa a causa di un velo indossato male. (Fanpage.it)

Toomaj Salehi, 33 anni, è un rapper iraniano noto per le sue canzoni di protesta sulle politiche del Governo della Repubblica islamica dell’Iran. Nel corso della sua carriera è stato più volte arrestato per il contenuto dei sui brani. (Vita)

“Tu puoi rimanere, ma senza bandiera israeliana“. È accaduto domenica a Roma durante un sit in di protesta della comunità iraniana, scesa in piazza per protestare contro la condanna a morte inflitta dal governo di Teheran al cantante rap Toomaj Salehi. (LAPRESSE)