Perfect Days, la recensione: un grande protagonista in un film che celebra la semplicità e il quotidiano

Apriamo la nostra recensione di Perfect Days con una consapevolezza che monta mentre riordiniamo i pensieri: Cannes 2023 è stato in qualche modo il Festival di Wim Wenders. Lo è stato perché il film presentato in concorso è magnifico e rappresenta un ritorno a livelli di eccellenza per il regista tedesco, ma anche perché ci aveva già stupiti nei primi giorni di questa edizione del festival francese con il documentario in 3D di cui vi avevamo parlato nella recensione di Anselm. (Movieplayer)

La notizia riportata su altre testate

Perfect Days è il racconto della bellezza nella semplicità quotidiana, la storia di Hirayama, un sessantenne che pulisce i bagni pubblici della città con attenzione meticolosa ai dettagli e dedizione certosina al suo lavoro oltre che alla sua pulizia intima personale. (Sentieri Selvaggi)

Perfect Days racconta le “giornate perfette” di Hirayama come una quieta affermazione di dignità quotidiana. L’uomo svolge il suo lavoro con gesti precisi ed essenziali, accogliendo l’occasionale contatto umano (anche nella forma anonima di una partita a tris proposta su un foglietto) con generosità e rispetto. (MYmovies.it)

Penultima batteria di film. Spunta Wim Wenders ed entra nella lizza dei papabili. Non altrettanto si può dire della Breillat. (ilgazzettino.it)

Perfect Days è il tredicesimo film che presenta a Cannes. Un Wim Wenders baffuto e rilassato accompagna la sua nuova fatica, Perfect Days, al confronto con la stampa internazionale. (Movieplayer)

A pochi giorni dalla presentazione del suo apprezzato documentario in 3D, Anselm, Wim Wenders ritorna al Grand Théâtre Lumière per Perfect Days, questa volta in concorso al 76° Festival di Cannes. Il film ambientato nella Tokyo dei giorni nostri sarà distribuito in Italia da Lucky Red. (Ciak Magazine)

Ci vuole un’intera carriera e almeno 30 film già realizzati per girarne uno come Perfect Days , così esatto da riuscire a trasformare qualcosa di semplicissimo in qualcosa di significativo. Sarebbe noiosissimo in mano a chiunque, e non ci sono dubbi che in altri casi lo sarebbe stato anche in mano a Wenders, invece qui c'è un’esplorazione appassionante e appagante di una quotidianità essenziale ma piena. (Esquire Italia)