Sacchi: “Ancelotti bravo per la sua pazienza, ha passione per il suo lavoro”

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"La prima cosa che gli ho detto, quando ci siamo sentiti ieri mattina, è che non mi può far soffrire così tanto. «Carlo, me la sono vista brutta!». E lui, che ha sempre voglia di scherzare: «E’ una tattica, Arrigo. Ci fingiamo morti e poi, all’improvviso, sul finale della partita, risorgiamo e vinciamo!». E’ proprio un fenomeno, il mio amico Ancelotti. Sapete perché è bravo, Carlo? Perché è un ragazzo che ha pazienza, che ha passione per il suo lavoro, che ogni giorno va al campo e cerca di migliorare prima i suoi giocatori e poi se stesso. (Il Milanista)

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Con il tetto chiuso, anche se la serata è magnifica, il nuovo Bernabeu ha un’acustica che incute ancora più timore, assieme ai monitor giganti sui quali tutto il pubblico può vedere in tempo reale le scelte della Var. (Corriere della Sera)

"La prima cosa che gli ho detto, quando ci siamo sentiti ieri mattina, è che non mi può far soffrire così tanto. «Carlo, me la sono vista brutta!». E lui, che ha sempre voglia di scherzare: «E’ una tattica, Arrigo. (Pianeta Milan)

Arrigo Sacchi, ex commissario tecnico della Nazionale, sulle pagine della Gazzetta dello Sport si sofferma su Carlo Ancelotti dopo la qualificazione alle sesta finale di Champions per il tecnico emiliano: "Sei volte non sono mica poche: quattro le ha vinte, due con il Milan e due con il Real Madrid; una l’ha persa, con i rossoneri; e una se la giocherà a Londra contro il Borussia Dortmund. (AreaNapoli.it)

Carlo Ancelotti ha un talismano e non ci rinuncia mai quando il Real Madrid gioca in Champions League: si tratta del suo gilet portafortuna, che ha indossato anche nella semifinale vittoriosa contro il Bayern Monaco. (Fanpage.it)

Conferenza stampa a due giorni dalla trasferta di Napoli per il Bologna di Thiago Motta, allenatore che vuole centrare la qualificazione alla Champions League dopo aver avuto la certezza di giocare in Europa l’anno prossimo. (Europa Calcio)

L'esonero venne servito subito dopo una qualificazione agli ottavi di Champions, nel Caruso Roof Garden dell'Hotel Vesuvio. «Ma lasciarsi fu la cosa più giusta», ha ammesso anni dopo, alla vigilia del suo ritorno al Maradona, a novembre dello scorso anno. (ilmattino.it)