Alluvione in Romagna, Legacoop: burocrazia, lentezze e fondi mai arrivati

Italia Oggi INTERNO

Somme irrisorie erogate alle imprese, ristori “da zero virgola”, a fronte di una narrazione inaccettabile fatta di annunci di rimborsi al 100%, mentre la realtà è fatta di burocrazia, lentezze e fondi mai arrivati. Sono tanti i conti che non tornano nel processo di ricostruzione del tessuto economico che avrebbe dovuto far seguito all’alluvione del maggio 2023 che mise in ginocchio la Romagna. “Facciamo presto che è tardi” è il grido d’allarme con cui Legacoop ha riunito le proprie imprese a Ravenna, a un anno dall’inizio di quei tragici eventi, per fare il punto sulla situazione davanti a oltre 200 cooperatrici e cooperatori. (Italia Oggi)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Che cosa è successo? "Pur avendo una struttura snella, nei comuni più colpiti ho disposto l’apertura di sette sportelli di assistenza tecnica a favore dei cittadini e periti nella preparazione delle domande. (il Resto del Carlino)

Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica i danni alle infrastrutture sono stimati in circa 5 miliardi, ma le risorse complessivamente erogate da Governo e Struttura Commissariale sono state meno di un decimo. (Corriere Romagna)

Azzurra Mainetti sta salutando le donne di una ditta di pulizie che ieri sono andate a sistemare casa sua, in via D’Azeglio a Faenza. In una delle zone, l’area di Borgo Durbecco, colpita sia dalla prima alluvione del 2… (La Repubblica)

Alluvione in Emilia, un anno dopo i protagonisti rivivono il salvataggio simbolo (Il Mattino di Padova)

Le sue lacrime e l’abbraccio forte con i sindaci davanti alla sua fabbrica, la Eurostoffe- Ritorcitura Rosy a Montemurlo, si ricordano tutti: all’epoca, a due settimane dall’alluvione del 2 novembre, quello di Roberto Giudici è stato uno sfogo per una situazione inimmaginabile, una tragedia che rischiava di mettere in ginocchio la sua come tante altre aziende colpite dal maltempo eccezionale. (LA NAZIONE)

Ce ne sono ancora molte, di ferite aperte, nei quartieri che un anno fa sono stati sopraffatti dalle inondazioni del 3 e del 16 maggio; sono, da una parte, le tante case vuote, spiccano le abitazioni unifamiliari, per le quali sia i ritardi degli indennizzi governativi, sia la loro incertezza, sia la farraginosità delle pratiche (formulate dallo staff del commissario Figliuolo) per accedere ai rimborsi, hanno finora reso difficile avviare i lavori di risanamento e, dall’altra sono le vetrine ancora infangate di quei negozi, e non sono pochi, che anche in centro storico non hanno ancora ripreso l’attività e forse non la riprenderanno più. (il Resto del Carlino)