Cosimo Di Lauro, chi era il boss della guerra a Scampia: ritratto di un camorrista

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Ha tradito persino il suo nome — Cosimo — che viene da kòsmios, moderato.

La Scissione cerca di far rientrare Paolo Di Lauro a tutti i costi, gli scissionisti vogliono che il padre riprenda il potere, ma Cosimo continua la guerra.

Era nato fortunato e incoronato: primo figlio del boss Paolo Di Lauro.

Non sappiamo ancora il motivo della morte di Cosimo: infarto, ischemia, suicidio. qualcuno dice autoavvelenamento

Ma Cosimo, se non fosse figlio di re, non riuscirebbe neanche a fare l’autista per una famiglia di camorra. (Notizie - MSN Italia)

Se ne è parlato anche su altri media

Cosimo, 49 anni, era ritenuto dagli inquirenti della DDA di Napoli colui che diede vita alla prima faida di Scampia che provocò un centinaio di morti Secondo quando si è appreso sarebbe stata disposta l'autopsia. (Napoli Magazine)

Sul groppone di Di Lauro, comunque, pendevano diversi delitti: quelli di Massimo Marino e di Mariano Nocera in particolare, uomini dei clan avversari Il boss si era completamente isolato in carcere, rifiutando le terapie mediche e rinunciando a incontrare i familiari. (ilGiornale.it)

Figlio di Paolo Di Lauro, alias “Ciruzzo 'o milionario”, a lui era stato dato in gestione l'impero di Secondigliano. E poi c'erano anche i Pagano, che pure furono vittima della furia di Di Lauro, o gli Abbinante o ancora gli Abete. (NapoliToday)

Cosimo Di Lauro, il boss di Secondigliano condannato a tre ergastoli, è morto ieri nel carcere di Opera dov'era detenuto in regime di 41bis dal 2005. Figlio di Paolo, Ciruzzo o Milionario, Cosimo era il reggente del clan Di Lauro, gruppo camorristico contrapposto agli «scissionisti». (ilGiornale.it)

Tra l’altro, la figura di Genny Savastano sarebbe ispirata proprio a Di Lauro. Chiediamo alle piattaforme social e in particolare a tik tok di monitorare video e commenti che esaltino e mitizzino questo camorrista portandolo ad esempio” (BlogSicilia.it)

I legali avevano chiesto una perizia psichiatrica in ogni processo dal 2005 ad oggi, ma sono sempre state rigettate. Nel febbraio 2008 arriva la condanna a 15 anni di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso, a pochi mesi dall’ergastolo (Open)