Tempesta geomagnetica, cos'è e quali sono i rischi per la tecnologia

La recente tempesta geomagnetica che ha colpito il nostro pianeta il 24 marzo 2024 ha sollevato l’attenzione degli scienziati e degli appassionati di astronomia in tutto il mondo. Classificata come severa, di classe G4, la tempesta è stata provocata da un brillamento solare di classe X, segnando uno dei fenomeni più intensi da settembre 2017. Nonostante non abbia causato danni significativi alle infrastrutture o alla popolazione, il fenomeno ha stimolato discussioni sulle potenziali conseguenze delle tempeste geomagnetiche e sulla necessità di prepararsi a eventuali eventi futuri più devastanti. (Nordest24.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Una tempesta solare di grande intensità può disturbare il campo magnetico terrestre, provocando variazioni che si ripercuotono sui sistemi di comunicazione, sulla navigazione satellitare e sulle reti elettriche. (Redazione SCImag SCI MEDIA)

L'origine della tempesta: un filamento magnetico solare La tempesta geomagnetica è stata innescata da un filamento magnetico solare associato alla macchia solare AR3592. Il 25 marzo 2024, il nostro pianeta ha vissuto uno degli eventi più straordinari e potenzialmente pericolosi degli ultimi anni: una tempesta solare di magnitudo senza precedenti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

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A causa di un intenso brillamento solare di classe X, cioè una violenta eruzione di materia che esplode dalla fotosfera del sole, il pianeta terra tra domenica e lunedì è stato colpito da una tempesta geomagnetica, una pioggia di raggi cosmici ad alta energia che ha provocato aurore polari visibili in Nuova Zelanda. (Il Fatto Quotidiano)

Sulla Terra è in arrivo una tempesta solare piuttosto potente. Le tempeste solari possono causare danni anche importanti alle infrastrutture e alle comunicazioni. (QuiFinanza)

Una delle tempeste solari più importanti degli ultimi anni sta colpendo proprio adesso il nostro pianeta. Una grande tempesta geomagnetica sta colpendo il nostro pianeta, con un basso rischio per i sistemi critici. (Ilmeteo.net)