Obbligo vaccinale: la Consulta boccia i ricorsi dei sanitari

Altalex SALUTE

Il 1° dicembre 2022 un ulteriore capitolo si è aggiunto allo storytelling italico dei no vax: la Consulta ha bocciato gli ennesimi ricorsi intentati contro gli obblighi vaccinali stabili dal Governo nel corso della gestione sanitaria della pandemia da Covid-19. Nello stesso giorno al via le sanzioni di 100 euro pro capite per i trasgressori, essendo scaduti i termini per giustificare la mancata sottoposizione al ciclo vaccinale prescritto a ultra 50enni, forze dell’ordine, personale sanitario, personale scolastico. (Altalex)

La notizia riportata su altri media

Così si gettano le basi per lo stato di emergenza di domani nel quale si potrà ripetere lo schema utilizzato col Covid. Per la Corte Costituzionale le scelte del Governo in pandemia non sono state «né irragionevoli né sproporzionate». (La Nuova Bussola Quotidiana)

La decisione della Corte Costituzionale ha fatto rinsavire qualcuno a arrabbiare qualcun altro. Come ad esempio chi ancora viene vessato nei reparti dopo mesi di sospensione dal lavoro, ma anche quel 10% (o più) che ha deciso di non fare l’iniezione vivendo ai margini della società per molte settimane. (Radio Radio)

La Corte con questa dicitura ha coperto quello che ha fatto il Governo sulla base dell’emergenza e con questa formula si è rimangiata la sua stessa giurisprudenza. “Salta all occhio la parte centrale del comunicato della Corte Costituzionale: ‘periodo pandemico’. (Dire)

“Nella storia della medicina i vaccini rappresentano una delle più grandi vittorie sulle malattie e sono tra i presidi più efficaci mai resi disponibili per l’uomo”, così iniziava il documento della FNOMCeO dell’8 luglio 2016, redatto nel pieno della discussione sulla Legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale. (Quotidiano Sanità)

Ne consegue che sospendere dal lavoro e dallo stipendio una persona non ha alcuna giustificazione medica. (ilgazzettino.it)

Di Giovanni Bianconi L’obbligo di vaccinazione anti-Covid non era né irragionevole né sproporzionato, ma è stato legittimamente introdotto a tutela della salute di tutti i cittadini. Così ha stabilito la Corte costituzionale respingendo tutti i ricorsi che contestavano il decreto (poi convertito in legge dal Parlamento) con cui il governo Draghi nell’aprile 2021 impose la somministrazione delle dosi agli ultracinquantenni e stabilì il meccanismo del green pass per l’esercizio dell’attività lavorativa. (Corriere della Sera)