Il Ciad alla prova delle presidenziali in precario equilibrio

il manifesto ESTERI

Domani più di 8 milioni di ciadiani sono chiamati alle urne per decidere tra i 10 candidati alla presidenza in un paese segnato, fin dalla sua indipendenza dalla Francia nel 1960, da colpi di stato e ribellioni. Presidenziali considerate importanti anche riguardo agli equilibri geo-politici del Sahel, con il Ciad sostenuto dai paesi occidentali – Francia in primis –, ma che ha recentemente allacciato «nuovi rapporti di partenariato» con Mosca (il manifesto)

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L’esito però è scontato: il generale Mahamat Idriss Déby manterrà il potere esercitato negli ultimi tre anni come presidente ad interim. Il quarantenne Mahamat nel 2021 subentrò al padre-dittatore Idriss Déby, ucciso dai ribelli. (Corriere della Sera)

Lo scontro è fondamentalmente tra il presidente di transizione, Mahamat Deby, e il premier, Succès Ma... (La Verità)

Ne parla l’ultimo saggio di Valentina Porcellana: un viaggio nel mondo della montagna, tra studi antropologici ed esperienza diretta.Un romanzo può piacerci per lo stile di scrittura, talora per il linguaggio adottato... (La Verità)

Domani il primo voto presidenziale in Ciad dopo la morte di Idriss Déby, ma i risultati si conosceranno solo il 21 maggio, con un possibile secondo turno il 22 giugno. Il Ciad è il primo di una serie di paesi della regione che hanno subito colpi di stato negli ultimi anni, a indire elezioni. (Notizie Geopolitiche)