Covid-19, la nuova mutazione lo aiuta a replicarsi meglio

L'Unione Sarda.it SALUTE

"I dati mostrano che c'è una mutazione che permette al virus di replicarsi meglio, e forse di avere un'alta carica virale", scrive sul Journal of the American Medical Association l'immunologo Anthony Fauci, non coinvolto nello studio.

"Non si può dire se una persona con questa mutazione abbia un quadro peggiore - aggiunge - Sembra che il virus riesca a replicarsi meglio ed essere forse più trasmissibile, ma servono conferme". (L'Unione Sarda.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Dai dati osservati, il nuovo ceppo sarebbe associato a maggiori carichi virali nel tratto respiratorio superiore dei pazienti. Uno studio ha dimostrato che una mutazione nella proteina spike, D614G, è diventata dominante a livello globale ed è stata osservata in vitro una maggiore contagiosità. (Sputnik Italia)

Un nuovo ceppo più contagioso di Sars-Cov-2 domina nel mondo. Fortunatamente in questa fase, non sembra che i virus con la mutazione D614G causino malattie più gravi”, precisa. (Improntaunika.it)

Salute e benessere. Covid 19, scoperto un nuovo ceppo più contagioso: ecco come agisce Covid 19, scoperto un nuovo ceppo più contagioso: ecco come agisce. (Quotidianodiragusa.it)

La mutazione, chiamata "D614G", provoca un piccolo cambiamento nella glicoproteina, il cosiddetto "picco" che sporge dalla superficie del virus e che utilizza per entrare e infettare le cellule umane. Lo studio ha mostrato che il nuovo ceppo è più contagioso nelle colture cellulari in condizioni di laboratorio. (L'AntiDiplomatico)

Si tratta di una variante nel genoma virale del Covid-19 che ha potenziato la sua capacità di infettare le cellule umane. Una 'spia' del fatto che il virus circola e che, se non si rispettano le misure, si tramette con facilità”. (La Repubblica)

Il coronavirus è diventato più contagioso ma meno aggressivo a causa di una mutazione che si è sviluppata in Europa e diffusa anche negli Stati Uniti divendendo il ceppo più esteso a livello globale. La conferma arriva da uno studio pubblicato sulla nota riviste scientifica Cell, condotto dai ricercatori della Duke university e del laboratorio nazionale di Los Alamos negli USA. (Money.it)