Italia Galles, azzurri in campo con il lutto al braccio per Boniperti

Calcio News 24 SPORT

Domenica pomeriggio l’Italia scenderà in campo con il lutto al braccio per la scomparsa di Giampiero Boniperti: accolta la richiesta della FIGC. Giampiero Boniperti era un simbolo della Juve ma anche del calcio italiano e per questo motivo la FIGC ha chiesto alla UEFA di poter scendere in campo contro il Galles con il lutto al braccio.

Gli azzurri domenica alle 18.00 all’Olimpico contro i gallesi avranno il lutto al braccio, per omaggiare una leggenda del calcio nostrano

Richiesta accolta. (Calcio News 24)

Ne parlano anche altre fonti

Perché Giampiero Boniperti amava la Juve immensamente Due delle tante testimonianze che la giornata di ieri ha prodotto, perché Giampiero Boniperti era amato da tutti e resterà un esempio per tutti. (TUTTO mercato WEB)

Aggrappato a quel motto che lo ha reso celebre ("vincere è l’unica cosa che conta"), Boniperti ha costruito intorno alla sua Juve il mito di una squadra inossidabile, cattiva, affamata di vittoria e di potere. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

I tifosi, per lui, meritavano il massimo. Per Boniperti il calcio, quindi la Juventus, era una cosa serissima. Ci volevano impegno e applicazione, perché non poteva essere semplicemente un gioco se muoveva così tanti quattrini e smuoveva sentimenti così profondi nelle persone (Tuttosport)

Parole che hanno accompagnato ogni vittoria bianconera e che sono diventate un marchio di fabbrica dei tifosi della Vecchia Signora. La storia racconta che gli fu suggerita da Piero Bianco, responsabile delle relazioni esterne della Juventus dal 1988 al 1994. (LaPresse)

Quel Charles che quando Boniperti annunciò il suo ritiro disse solamente, commosso, «Io non credere» Qui vincere non è importante, è la sola cosa». (Corriere della Sera)

Non è di Boniperti anche se da sempre è associata a lui. a Boniperti fu suggerita da un collaboratore. Il Giornale ricorda ovviamente Boniperti e si sofferma anche sull’origine della celebre frase “Non è importante vincere, è l’unica cosa che conta”. (IlNapolista)