L'app di incontri gay Grindr sotto accusa: "Condivide dati sensibili, anche quelli sanitari su Hiv"

Today.it ESTERI

Con un traffico medio mensile stimato in 13 milioni di utenti in tutto il mondo, Grindr è ormai da qualche anno una delle più note app d'incontri utilizzata dalla comunità Lgbtq+. Ben 670 utilizzatori si sono ora riuniti in una class action presentata dallo studio legale inglese "Austen Hays" contro l'app, accusata di aver venduto a terze parti dati sensibili degli utenti. Dati sul contagio da Hiv venduti ad agenzie pubblicitarie In particolare, Grindr avrebbe venduto dati sanitari di migliaia di utenti a due compagnie pubblicitarie, Apptimize e Localytics, che a loro volta li avrebbero "girati" ad altre aziende. (Today.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Tra i dettagli che la società avrebbe ceduto, ci sarebbero anche quelli relativi alla positività all’HIV. UK: causa sulla privacy degli utenti Grindr (Punto Informatico)

Grindr, l’app d’incontri del mondo Lgbtq+, ha venduto dati sensibili degli utenti? Già multata nel 2021 per aver violato il Gdpr, la dating app Grindr è ora al centro di una class action per aver venduto senza consenso i dati sensibili di tantissimi utenti a terze parti per motivi commerciali, condividendo anche informazioni sulla potenziale positività all’HIV (Start Magazine)

Più nel dettaglio, lo studio legale ha presentato all'High Court londinese questa mattina una class action in rappresentanza di oltre 670 utenti, un numero che potrebbe potenzialmente salire a svariate migliaia dato il successo dell'app d'incontri, con traffico medio mensile stimato in 13 milioni di utenti a livello globale. (Milano Finanza)

Uno studio legale inglese ha presentato un ricorso presso l’Alta Corte di Londra per conto di 670 persone che hanno partecipato a una class action, sostenendo che il proprietario americano dell’app ha violato le leggi britanniche sulla protezione dei dati: secondo il ricorso, infatti, l’app di appuntamenti ha condiviso informazioni personali altamente sensibili, incluso in alcuni casi il loro stato di sieropositività. (Il Fatto Quotidiano)

La popolare app di incontri LGBTQ+ avrebbe condiviso le informazioni sul contagio da HIV e sugli ultimi test con alcune aziende pubblicitarie. Queste agenzie le avrebbero poi vendute a loro volta ad altre aziende. (Fanpage.it)

Stando alla denuncia presentata dallo studio legale che oggi assiste gli utenti vittime del data breach, l’app avrebbe violato più di un regolamento sulla protezione dei dati, determinando la condivisione dei dati sensibili di migliaia di persone solo in Gran Bretagna. (Gay.it)