Moby Prince, l’abbraccio dei familiari a Loris Rispoli: "Tornerà a lottare con noi per la verità". Video

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Mancherà chi, prima di tutti e più di tutti, si è speso perché emergesse la verità e fosse fatta giustizia sulla tragica notte del 10 aprile 1991, quando sul traghetto Moby Prince di casa Navarma persero la vita 140 persone tra cui sua sorella Liana, 29 anni, commessa della boutique a bordo nave.

Mancherà perché impegnato in una lunga battaglia personale di riabilitazione dopo il grave malore dello scorso 16 febbraio, ma Loris Rispoli, presidente dell'associazione 140, simbolo della lotta dei familiari delle vittime, sarà comunque presente con la mente e con lo spirito di chi non si è mai arreso di fronte all'impunità di una "strage", come ormai da tempo la definiscono i parenti tutti e non più soltanto loro. (LivornoToday)

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Anche la nostra comunità è stata profondamente toccata da questa immane tragedia e ricerca senza soste la verità” E’ giusto che i parenti delle vittime, tra cui due ripostesi (uno dei quali mio figlioccio), abbiano finalmente giustizia. (Gazzettinonline)

A trent'anni dalla più grande tragedia della marineria italiana, in cui 140 persone persero la vita, asfissiate e bruciate, nel rogo del traghetto Moby Prince a poche miglia dal porto di Livorno, anche Sergio Mattarella ha fatto sentire la sua voce: “Sulle responsabilità dell'incidente e sulle circostanze che l'hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a far intera luce – sottolinea il capo dello Stato – e l'impegno che negli anni ha distinto le associazioni dei familiari rappresenta un valore civico e concorre a perseguire un bene comune”. (Il Manifesto)

La vorrebbero Luchino e Angelo Chessa, figli di Ugo, il comandante del Moby Prince morto in plancia, che guidano l’associazione 10 Aprile-Familiari vittime Moby Prince Onlus, e Nicola Rosetti, vicepresidente dell’associazione dei 140 familiari vittime Moby Prince Lo dichiara il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando il trentesimo anniversario del disastro della Moby Prince. (Riviera Oggi)

I “bozzi” sono 140 così come le vittime della tragedia e come le piantine bianche dell’attigua aiuola, il “giardino della memoria” del Moby Prince. Moby Prince: 140 vittime, 30 anni di ferite. (QuiLivorno.it)

Questa circostanza gli fu fatta notare anche dai senatori in commissione e Valli rispose che “forse era stata sbobinata male” Io gli detti anche la mia giacca perché era bagnato e si lamentava, piagnucolava dicendo: ho camminato sui morti, son tutti morti, ho camminato sui morti, son tutti morti”. (Il Fatto Quotidiano)

Il disastro del traghetto Moby prince è monito permanente per le autorità pubbliche e gli operatori, chiamati a vigilare sulla navigazione e a garantirne la sicurezza. (La Repubblica Firenze.it)